VIABILITA’
Bretella di collegamento tra la Strada provinciale 17 (Riccione-Tavoleto) e la Provinciale 35 (Saludecese), gara lo scorso maggio, l’offerta più vantaggiosa – un ribasso del 27,07% e un punteggio totale di 91,96 – è quella presentata dal raggruppamento temporaneo d’impresa formato dal Consorzio Stabile Coir e per la parte di carpenteria dalla Rizzi-Zuin & C Erre Zeta snc. L’appalto è di 6,786, milioni di euro, più l’Iva.
In questo ponte c’è molta Morciano, molta provincia di Rimini e Romagna. Il progetto costruttivo dell’opera è stato realizzato dallo studio di ingegneria S.G.A.I. di Edmondo Forlani, meglio conosciuto a Morciano come Duccio. Lo studio, noto a livello internazionale per competenze e professionalità, ha certamente profuso ancor più attenzione e cura nella realizzazione di questo specifico progetto, proprio per la perfetta conoscenza della morfologia dei luoghi e per il desiderio di offrire a Morciano un ponte che oltre ad essere funzionale fosse anche innovativo e perfettamente integrato nel paesaggio circostante.
Ma quali sono i pregi del ponte uscito dalla matita dello Studio Sgai? Un equilibrio non facile tra valore tecnico, costi di costruzione e costi di manutenzione. Nella sostanza il bando di gara contiene una progettazione di massima. E’ il progettista, con le sue conoscenze e preparazione, ad esaltare la strada tracciata. Un punto di forza è che durante la costruzione si sporcherà pochissimo l’ambiente. Non si costruirà nel letto del fiume ma fuori; l’atto finale è spingerlo nel vuoto e adagiarlo sulle pile.
Un altro è la minor manutenzione. Si è optato per una tecnica innovativa che assicura meno ispezioni, con vantaggi economici. Sempre per restare nella bontà della minor manutenzione. L’asfalto può essere rifatto con una macchina da strada e non con un mezzo speciale. Insomma, “col nuovo progetto, l’intervento manutentivo diventa più semplice, di minor durata, di minor frequenza e soprattutto richiede maestranze meno specializzate e costi molto inferiori”.
Gara, vince la Romagna
– La gara è stata vinta da un consorzio di imprese romagnole, tre delle quali della provincia di Rimini. Le riminesi: Pesaresi, Tecnoambiente e Mattei. Le due forlivesi: Cesa, Ambrogetti e Edilturci. Nato nel 2003, il Consorzio di imprese romagnole (Coir) raggruppa 12 imprese di Confindustria. Quattro delle quali sono riminesi; alle tre di cui sopra, va aggiunta Edilstrade. Fattura 150 milioni di euro. Alla gara d’appalto per il ponte sul Conca hanno concorso una dozzina di aziende; per farlo, le papabili alla vittoria, hanno messo sul piatto investimenti per circa 100mila euro (un osatcolo per i furbi?). Il consorzio vincitore è giunto primo nella proposta economica e secondo nella scelta tecnica.
NUMERI
Arco di 90 metri
– Il viadotto sul Conca è composto da due differenti strutture collegate tra loro. Una ad arco direttamente sull’alveo del fiume lungo 90 metri; l’altra di sezione costante sopra l’area golenale esondabile di 126 metri realizzata mediante quattro compate.
L’altezza dell’arco sulla pavimentazione stradale è di circa 7.50m
Vi sono due spalle di modesta altezza e quattro pile di altezza massima pari a circa 5,50 metri.
Sgai, studio di livello mondiale
– Lo Studio Sgai di Morciano è di livello mondiale. Rappresenta una delle eccellenze del Riminese. Fondato da Edmondo (Duccio) Forlani all’inizio degli anni 60, le iniziali attività gravitavano sulle ricerche, direzione e coltivazione delle miniere. Era ancora il tempo dello zolfo, tra Romagna, Marche e Sicilia, e sugli studi idrogeologici e geotecnici per la realizzazione di invasi d’acqua e grandi dighe.
Erano gli anni delle grandi siccità in Africa dove milioni di persone morivano di sete, lo studio mise a frutto le proprie conoscenze per un piano internazionale di aiuti, fra i quali il piano delle acque del Sahel, dove vennero realizzati invasi artificiali nel deserto africano, vantando, tra l’altro, la realizzazione di una delle più grandi dighe al mondo in quel periodo con oltre un miliardo di metri cubi d’acqua. Per rendersi conto delle dimensioni, la diga di Ridracoli contiene circa trenta milioni.
Sempre in quegli anni la siccità si fece sentire anche da noi e venne ‘ideata’ la diga del Conca, la cui ubicazione nasce da studi geologici del sottosuolo: la sua funzione è atipica, non di semplice invaso, bensì di ricarica delle falde a valle, consentendo di ricaricare tutti i pozzi tra Misano e Cattolica “secchi” per anni siccitosi ma anche per l’esplosione turistica che ebbe un tale sviluppo da trovare impreparate le amministrazione nel dare i servizi di base… “anni eroici”…
Gli anni ’80 e ’90 hanno segnato il consolidamento a livello nazionale e internazionale nella progettazione ingegneristica di grandi opere e negli studi geologici ed idrogeologici: una parte dello studio segue a tempo pieno molte aziende di acque minerali e termali leader.
A metà anni ’90 entrano i figli Andrea, Filippo e poi Francesca, ingegneri, a seguire lo studio che, fra dipendenti e collaboratori specialistici conta più di una trentina di persone. A questi si aggiungono consulenze o collaborazioni con società o professori universitari di rilevanza internazionale.
Nel duemila, in zona, lo studio torna con un grande progetto: il complesso di Oltremare, seguito in ogni dettaglio; contemporaneamente, a livello nazionale progetta tutte le opere e strutture di più di trenta chilometri di autostrada, un tratto della Salerno – Reggio Calabria con gallerie ponti e viadotti.
Attualmente conta in portafoglio grandi lavori, come lo snodo dell’Aurelia all’altezza di Savona, dove verrà impiegata la più grande ‘talpa’ al mondo per scavare cinque chilometri di galleria sotto la città (una sorta di punta di trapano del diametro di quasi quattordici metri, un palazzo di quattro piani), o la stazione dell’Alta Velocità medio padana, a Reggio nell’Emilia a firma dell’architetto Santiago Calatrava.
Nell’ambito di ponti e viadotti, sono in corso d’esecuzione o di ultimazione della progettazione il viadotto sul Fiume Crati a Cosenza, disegnato sempre dall’architetto Santiago Calatrava; ponte strallato con unica antenna di circa 100m e con luce di 140 m, il ponte strallato di Bari di 260m di luce e 750m di lunghezza toale disegnato da un’altra grande firma, l’arch. Casado. Alcuni di questi progettati sono in collaborazione con il professor Pistoletti dell’università di Genova; ed ora, si può aggiungere, torna “in zona”, sempre con il prof. Pistoletti, con il progetto e realizzazione del ponte sul fiume Conca.