COMUNITA’
“…una chiesa ruinata in sino alli fundamenti e destrutta da corsari venuti dal mare. Questo si dimanda a San Giorgio in Conca posta presso la Catolica” (testimonianza del secolo XVI).
Questo documento di circa 500 anni fa, si legge nella targa posta nella nuova chiesa di San Giorgio in Conca. Sulla stessa si continua a leggere: “…la Pieve di S. Giorgio in Conca, rimase distrutta verso la metà del ‘500, importante edificio plebale collegato con il castello di Conca, citato già nell’anno 756, trova testimonianze scritte dal 996 e decade progressivamente fra il XV e il XVI secolo. Il tempo non ne cancella però la memoria che rimane ben radicata nella toponomastica di questi luoghi e nella tradizione popolare. A mille anni dall’originaria istituzione riprende la sua funzione religiosa per volontà di Sua Ecc. Mons. Giovanni Locatelli, vescovo di Rimini, che pone la prima pietra il 14 Maggio 1985. La Nuova Pieve di San Giorgio in Conca è rifondata ed aperta al culto da Sua Ecc. Mons. Ersilio Tonini, aricivescovo di Ravenna il 22 Aprile 1989”.
Il testo è della cattolichina Maria Lucia De Nicolò, professoressa di Storia contemporanea all’Università di Bologna. Progettata dall’ingegner Terenzio Bernardi, con la collaborazione dell’architetto Giorgio Barbieri, costruito dalla Edilvalconca di Cattolica, i lavori vengono finiti il 27 agosto del 1995. Linee dolci e leggere, in bella posizione panoramica, una finestra sul mare, l’edificio religioso si ispira alla prua di una nave. Sobrio ed elegante, l’interno ospita pochi e piacevoli opere: la bellezza di ulivo scortecciato, una vecchia tela che reca la Madonna con Bambino. E una nuovo dipinto con l’immagine di San Giorgio e il drago. L’opera porta la firma di Enza Bilancioni. Originaria di Montalbano, professoressa di educazione artistica, di naturale eleganza, la signora Bilancioni ha costruito una tela viva, capace di comunicare bei pensieri. E di pensare ad un mistero benevolo.