– La chiesa di Sant’Apollinare che ritorna agli antichi splendori dopo l’accurato restauro della facciata in mattoni. La cerimonia di consegna alla comunità è avvenuta lo scorso 20 ottobre.
Chiesa di S. Apollinare (dai cattolichini detta chiesa delle suore) è stata edificata alla fine del Duecento. La costruzione che si trova sulla via Pascoli, la cosiddetta Cattolica Vecchia fu eretta in concomitanza con il vasto piano di edificazione del Castello di Cattolica (Castrum Catholicae), ma la prima menzione ufficiale risale al 1313.
L’antica chiesa subì importanti restauri nel 1578 e arricchita di nuove immagini sacre. S. Apollinare faceva parte dell’antico pievato di Cattolica. La partizione territoriale della parrocchia fu ridefinita dal vescovo riminese Castelli che vi trasferì la ‘cura’ dell’antica pieve di S. Giorgio in Conca.
La chiesa era stata concessa da Giulio II all’Abbazia S. Vitale e retta dai monaci sino al 1592. Passò poi all’ordine servita e ai carmelitani sino al 1653, anno che segnò la soppressione di numerosi piccoli conventi. Fu retta nuovamente dai benedettini sino al 1797.
L’attuale costruzione, frutto del consolidamento e dell’abbellimento dell’edificio, risale al 1782, e venne disegnata dal capomastro riminese Gaetano Cupioli, nel 1795 venne eretto il campanile. Fu rimaneggiata nel 1872.
La Chiesa di S. Apollinare custodisce all’interno opere di notevole importanza come una Crocifissione della fine del Cinquecento attribuita alla scuola dei Laurentini, una pala del Basearini raffigurante i Santi Sebastiano e Rocco, con sullo sfondo la città di Cattolica. Altre opere pregevoli sono i dipinti raffiguranti Sant’Andrea pescatore e la Madonna Regina del Mare tra i Santi Vitale e Apollinare.
Il restauro è merito di don Biagio della Pasqua, del direttore dei lavori Francesca Franchini, di Lucia De Nicolò, che con le sue ricerche ha valorizzato questo luogo; merito di tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito a questo recupero. Recupero possibile grazie alla sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara (90mila euro) e della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini (240mila euro).
Durante la cerimonia ufficiale, Fausto Caldari, presidente della Bcc di Gradara, uno dei mecenati, ha raccontato il suo incontro con Sant’Apollinare: “La chiesa è direttamente collegata alle scuole delle Maestre Pie che ho frequentato dalla 2^ alle 5^ elementare. Un luogo che allora mi sembrava grandissimo, collegato alla scuola sovrastante, da una lunghissima scala, e caratterizzato da un silenzio quasi assoluto.
Provenivo da una scuola di campagna di Gradara, con 5 classi in un’unica aula, per frequentarne un’altra, qui a Cattolica, dalle suore, dove già da allora (era il 1953) si svolgeva il tempo pieno”.
“A distanza di quasi 60 anni – ha continuato Caldari – ritrovarmi in questi luoghi, fra tanti amici e conoscenti mi crea una certa emozione.
Credo che tutta la città, debba riconoscere a don Biagio il merito di quest’opera di restauro che restituisce alla nostra comunità, un’antica chiesa, ma anche un’opera architettonica di grande valore. Un merito da condividere con la Fondazione Carim.
Essere una banca locale significa stare insieme alla gente comprendendone le esigenze e le situazioni; significa conoscere, partecipare, condividere, significa reinvestire sul territorio tutto ciò che dal territorio si ottiene, mantenendo in loco la ricchezza che si produce”.