LE INTERVISTE
– Il turismo italiano non ha una regia e ancor meno le risorse. Il ministero del Turismo è senza portafogli. L’Enit, Ente nazionale per il turismo, quello che sarebbe preposto alla promozione ha sempre meno disponibilità (da 45 milioni di euro a 33 milioni). Insomma, pensare che la Romagna e la provincia di Rimini ce la possono fare senza la nazione è triste e difficilissimo. Chiediamo riflessioni ai presidenti delle associazioni degli albergatori delle varie cittadine della provincia di Rimini.
Maurizio Cecchini, Cattolica: “La cosa che provoca amarezza e senso di disillusione è che negli ultimi 10 anni i governi che si sono succeduti in Italia non hanno finanziato l’Enit, non hanno riequilibrato l’Iva con i nostri concorrenti, però hanno apportato la tassa di soggiorno. Quando la tassa di soggiorno la propose il ministro Francesco Rutelli ci furono emendamenti bi-partisan. Ma il centrodestra l’ha introdotta. Facciamo i salti mortali per andare a prendere i clienti a casa loro, ma nessuno ci aiuta per la competitività. Noi veniamo trattai come le città d’arte, Venezia, Firenze, Roma, ma siamo un altro turismo.
Stesso discorso per l’Enit. Oramai il 98 per cento delle risorse se ne vanno nel costo del personale. Addio comunicazione.
Stesso ragionamento sull’Iva. Tutti quando sono all’opposizione la contestano, vanno a governare e nessuno si muove. Insomma, stanno dalla parte delle nostre imprese quando non governano. Sarebbe semplicemente bello che mantenessero le promesse. La speranza è che in futuro ci possa essere un po’ di sana coerenza. Con interlocutori simili è frustrante.
Il nostro turismo è in difficoltà da una quindicina d’anni. Hanno chiuso centinaia di alberghi e tantissimi lo farebbero se fosse possibile. Sarebbe un disastro per il lavoro e per l’economia. Quelli in affitto poi sono in gravissima difficoltà. Andrebbe puntato al rilancio e non alla sopravvivenza delle imprese”.
Bruno Bianchini, Riccione: “E’ assurdo non avere un ministero vero. E’ assurdo non avere l’Enit funzionante. E’ assurda la tassa di soggiorno e forse i proventi non vengono neppure destinati per il turismo. E’ assurdo che non ci sia una politica del turismo in questi anni di crisi. E’ assurdo che gli albergatori vengano additati come il male. La lobby degli agricoltori se si va a vedere nelle pieghe del bilancio dello Stato riceve più aiuti di noi. E noi non arriviamo ad un decimo delle loro risorse.
E’ assurdo il portale Italia. E’ assurdo considerare il turismo un limone da spremere. E’ assurdo non mettere in campo una politica forte per rilanciare il prodotto Italia. La nostra nazione potrebbe vivere solo di turismo; sappiamo fare tante cose e bene, ma vanno comunicate. E noi sul far sapere siamo sotto zero. E la Romagna ha il miglior rapporto qualità/prezzo dell’occidente”.
Angelo Serra, Gabicce Mare, nonché presidente di Federalberghi della provincia di Pesaro e Urbino: “Il comparto turismo è governato malissimo; al suo insediamento ci aspettavamo molto. Con il ministro che è bravo a creare solo danni. I pochi investimenti per il turismo sono stati conferiti alla struttura del ministero. Ad esempio, una volta per organizzare una fiera a Mosca l’Enit ci dava una bella mano economica, oggi ci vogliono 20.000 euro. Sempre Enit ha chiuso la rappresentanza in Belgio. Un tempo si andava gratis, ora occorrono 6-9.000 euro. Come singoli imprenditori non ce la facciamo più a fare promozione. La tassa di soggiorno va ad uccidere il turismo di basso costo”.
Iliana Baldelli, Misano Adriatico: “Sulla politica del turismo c’è un notevole impegno. Il ministro c’è e ci sono state della campagne all’estero. Dire come fa qualcuno che non esiste mi sembra esagerato. Senza soldi da Roma e Bologna però si fa ben poco. Se ci dessero una mano con l’Iva potremmo essere più competitivi e si potrebbe dire che il governo ha fatto molto. Qui siamo tutti abbandonati a noi stessi”.
Patrizia Rinaldis, Rimini: “Del turismo non gliene frega a nessuno. Serve, il turismo, solo a riempirsi la bocca. Non riusciamo a fare massa critica. Si parla solo della Fiat, ma in Italia ci sono 33.000 alberghi. E gli altri comparti economici sono molto più in crisi di noi. Attorno al turismo c’è un indotto difficilmente quantificabile ma forte e vario. Avremmo bisogno del sostegno per le nostre infrastrutture, poiché molte sono vecchie. E come albergatori siamo visti con quelli che piangono e evadono, ma non è assolutamente così. E che cosa riusciamo affare con l’80 per cento del patrimonio artistico mondiale? I soldi a disposizione degli enti bastano a malapena per l’apparato. Abbiamo avuto all’Enit personaggi di grande spessore, Umberto Paolucci prima, Marzotto ora, ma nessuno ce l’ha fatta ad invertire la rotta. E’ arrivato il ministro, ma senza portafogli. Possibile che nessuno abbia il senso di responsabilità. La lobby di pochi ci sta portando verso il nulla. Avremmo bisogno di una regia per le infrastrutture, la promozione, gli eventi culturali”.
NUMERI
Iva, penalizza turismo italia
– L’Iva sulle prestazioni alberghiere penalizza la capacità concorrenziale dell’Italia, che è al 10 per cento. Il confronto con le altre nazioni:
Portogallo 5%
Francia 5,5%
Spagna 7%
Germania 7%
Grecia 9%
Croazia 10%
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