IL PUNTO
Ma risolto un mistero, altri arcani avvolgono questo luogo: come si conciliano queste reiterate, anche se ridimensionate, ipotesi edificatorie e di ampliamenti con la recenti pianificazioni urbanistiche regionali che non contemplanano nuove volumetrie a Vallugola?
– Si è aperto avvolto nel “mistero” l’anno nuovo a Vallugola. Dopo il rinvio in extremis del progetto di ampliamento del porticciolo ottenuto dal sindaco Corrado Curti nella Conferenza di servizi del 31 marzo scorso, la società concessionaria lo scorso 29 dicembre ha depositato in Comune la sua nuova proposta di intervento sull’ambita baia.
Ma, nonostante l’interesse emotivo con cui la città ha seguito tutta la vicenda, il fascicolo “Vallugola” è stato depositato e subito secretato. Con il primo cittadino che ha atteso quasi una settimana prima di buttarci un occhio. Ragioni procedurali, spiegano in Comune: dal protocollo deve giungere sul tavolo dell’Ufficio urbanistica dove, a porte chiuse, lo ha esaminato il sindaco prima di consegnarlo finalmente alla pubblica opinione.
E la cittadinanza si chiede perché non venga ammessa da subito alle alte sfere della conoscenza dei destini di Vallugola ma ci si debba accontentare di voci, di indiscrezioni e affidarsi agli scarni comunicati stampa del primo cittadino che afferma di avere dato solo una occhiatina alle carte progettuali.
“La trasparenza da parte di chi governa la città – commenta il comitato Vallugola Terra Nostra – è un grande segno di rispetto e democrazia nei confronti di una comunità che vuole sapere oggettivamente lo stato delle cose senza che questa debba arrovellarsi per capire cosa si muove nel Palazzo del re. Quel territorio è di tutti e come tale il suo destino ci appartiene.
Per giorni, insomma, resta il mistero sui contenuti delle rimodulate intenzioni di Sviluppo Marittimo su Vallugola, sebbene il momento del deposito abbia formalmente reso pubblico il progetto.
Quello che ufficialmente si sa di questo nuovo progetto, si sa per bocca del suo committente, il costruttore pesarese Marco Montagna, che dice che sarà un intervento “ridimensionato, equilibrato e comunque bello”. Ufficialmente nient’altro. Almeno così sembra.
Ma, prima ancora che il secondo progetto per Vallugola firmato dall’architetto Gaudenzi diventasse di pubblico dominio, il disegno di Vallugola si disvela: un aumento di 50 posti barca, una più ampia imboccatura del bacino portuale e immancabili nuove costruzioni. Alla fine il “mistero” di Vallugola sembra piuttosto il segreto di Pulcinella.
Tutti sanno. Tranne il sindaco che sente addirittura la necessità di dichiararlo pubblicamente con un manifesto che dal 20 dicembre tappezza la città per informare i suoi concittadini che tra l’altro “ad oggi l’intera Amministrazione non conosce i contenuti di quel progetto”.
Controbattono in proposito dal comitato Vallugola Terra Nostra che “non è in discussione il fatto che una società costruttrice presenti in anteprima al sindaco i contenuti del suo progetto, ma il fatto che il sindaco finga di non conoscerli. Peraltro il primo progetto depositato da Sviluppo Marittimo il 12.9.2009 circolava già da tempo sui tavoli dell’Amministrazione comunale. Non c’è motivo per credere che questa nuova versione non sia stata discussa con l’Amministrazione prima della sua presentazione ufficiale”.
Ma risolto un mistero, altri arcani avvolgono questo luogo: come si conciliano queste reiterate, anche se ridimensionate, ipotesi edificatorie e di ampliamenti con la recenti pianificazioni urbanistiche regionali? Non meno di un anno fa, infatti, la Regione Marche ha deliberato il Piano del parco e il Piano dei porti che non contemplano la possibilità di realizzare nuove volumetrie a Vallugola.
E come potranno i pareri unanimemente negativi espressi dagli Enti all’esame del primo progetto diventare favorevoli nella prossima Conferenza di servizi se, come appare dalle prime indiscrezioni, dal primo al secondo progetto la variabile è solo “quantitativa”?
Le motivazioni poste a fondamento dei giudizi negativi dagli Enti, infatti, coinvolgevano la struttura “qualitativa” della proposta progettuale presentata da Sviluppo Marittimo e non solo la quantità di costa coinvolta. Se c’è un rischio frana su un chilometro di costa non è riducendo l’area coinvolta che si esclude il pericolo.
La sostenibilità non si ottiene riducendo le dimensioni del progetto; non è un indicatore di misure (troppo grande o troppo alto), ma una metodologia fondante di un progetto che ha come primo valore il rispetto assoluto del luogo. E qui a Vallugola, dalla lettura dei pareri dagli Enti sul primo progetto, così non è.