Montecopiolo e Sassofeltrio si avvicinano a piccoli passi verso l’Emilia Romagna, la Regione in cui i cittadini hanno espresso il desiderio di vivere. L’Assemblea legislativa, ovvero il parlamento regionale, ha infatti votato a favore della risoluzione bipartisan presentata dai diversi Consiglieri regionali e, di fatto, ha espresso il parere richiesto dall’iter legislativo che è iniziato nel 2007 con la richiesta del referendum da parte dei due Comuni marchigiani. Un referendum che, come avvenuto per i sette Comuni dell’Altavalmarecchia poco prima, ha sancito senza ombra di dubbio la volontà di queste popolazioni di cambiare Regione a favore dell’Emilia Romagna. Quindi ora la strada è in discesa? Anche se il parere della Regione è un atto richiesto, “esso non è vincolante e il Parlamento può anche non tenerne conto”, spiegano i Comitati promotori, “anche se per noi dovrebbe non tenerne conto”. Il riferimento è al ritardo con cui questo iter sta procedendo: si è votato nel 2007 e finora si è ottenuto e con grandi pressioni solo il parere dell’Emilia Romagna, ma non quello delle Marche, che sembrerebbero intenzionate a continuare a glissare la richiesta, sia delle popolazioni, ma anche della norma costituzionale che prevede proprio un parere formale sul passaggio. A rafforzare questa tesi è intervenuto in questi giorni il Presidente della Provincia di Pesaro Urbino, Matteo Ricci, che non ha esitato a tacciare tutta questa operazione “una pagliacciata”, arrivando a dire che per quanto gli compete “faremo le barricate” per non perdere anche questi due Comuni. Ma cosa compete al Presidente Ricci? In verità non molto, se non appunto il commento più o meno elegante che legittimamente offre ai giornali: “Nell’iter legislativo”, hanno ricordato i due Comitati, “la Provincia non ha alcun ruolo” e la posizione di Ricci rischia di rimanere quindi senza sbocchi. “Una reazione scomposta e incomprensibile”, l’ha ripreso il Consigliere regionale Marco Lombardi (PdL), promotore della risoluzione con cui la Regione Emilia Romagna ha dato il parere favorevole: “Invece di rallegrarsi del fatto che la politica ha finalmente dato prova di sé riallacciandosi alla volontà della gente, lui critica senza alcun rispetto il Presidente Errani e promette di fare le barricate contro i suoi stessi cittadini”. Ora la palla passa alle Marche e al Presidente Spacca, che probabilmente non accetterà di buon grado quanto fatto a Bologna, ma sarà costretto a replicare questo atto: il “giochino” che lui ed Errani hanno portato avanti fino ad oggi, del “non lo faccio se non lo fa lui”, si è rotto e ora Spacca non ha più scuse e si trova a rincorrere l’Emilia Romagna su un terreno che finora l’ha sempre visto perdente. Vale la pena ricordare l’ostruzionismo con cui ha cercato di bloccare in ogni modo il passaggio dei sette Comuni, sia prima che durante e perfino dopo il referendum e la Legge stessa, con un ricorso (pagato ovviamente dai marchigiani) che è stato palesemente rigettato. Ma non è detto che debba per forza esprimere questo agognato parere: a Roma infatti si stanno muovendo un po’ le acque e l’On. Sergio Pizzolante, il deputato PdL di cui la Legge dei sette Comuni dell’Altavalmarecchia porta il nome, ha infatti annunciato che ripresenterà la proposta di legge alla Camera, “sensibilizzando il Presidente della I Commissione Affari Costituzionali, perché si abbia un percorso rapido e soddisfacente”. Il Presidente, ricorda Pizzolante, “è Donato Bruno, che fu già determinante per il passaggio dei sette Comuni dell’Altavalmarecchia”. Insomma, due dei principali protagonisti del primo storico cambio di Regione (e finora l’unico nella storia della Repubblica italiana) hanno preso in mano anche l’iter di Montecopiolo e Sassofeltrio, e questo non può che far ben sperare per una positiva soluzione a questa richiesta della gente. Una soluzione che darebbe, inoltre, un ulteriore senso al passaggio dei sette Comuni (Montecopiolo e Sassofeltrio infatti gravitano già sul riminese e completerebbero il disegno dell’alta Valmarecchia, ma anche e soprattutto dell’alta Valconca) e un contributo fondamentale di territorio alla Provincia di Rimini. E non solo territorio: Montecopiolo è infatti il Comune che più può sfruttare il Monte Carpegna, già oggi meta turisitica invernale di prestigio con i suoi impianti sciistici. Con questo passaggio la Provincia di Rimini potrebbe avere quindi sia il mare che la montagna, dalla spiaggia allo sci. Un futuro che potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. (DB)