Passata l’ubriacatura delle elezioni la politica locale va in letargo, sparisce per riapparire nelle chiacchiere della gente o nelle proteste dei comitati. Il nuovo politico, anche ai livelli più bassi, tende ad isolarsi a viversi reciprocamente troppo spesso circondato da chi, per piaggeria o altro,lo asseconda. A San Clemente questo succede. Ma ricordarsi che si è espressione di un consenso ricevuto sulla base di determinate promesse non sarebbe affatto male. L’assurda pretesa di chi crede che essendo stato eletto può fare quel che vuole dovrebbe essere corretta da chi per lui ha cercato il consenso: e questo, da troppo tempo, non succede. Non c’è nessuna voglia di fare polemica ne nessuno degli attuali eletti deve sentire minacciata la propria poltrona. Ma se un cittadino o un comitato chiede ( che poi lo faccia con il supporto e la presenza di comitati e persone che nel comune non risiedono è un’altra diversa anomalia ) di rendere pubblico ciò che pubblico è già, perché aggrapparsi a cavilli anacronistici e cercare le vie più lunghe e tortuose? Che c’entra la risposta del Prefetto? Perché dovrebbe negare a San Clemente quello che è concesso a Morciano, a Cattolica, a Riccione, a Rimini eccetera? Basterebbe poco ma poco davvero. Il coraggio di acconsentire, stabilendone n fretta le regole, e con l’accordo di tutti i gruppi presenti in consiglio ciò che invece qui si vieta; il coraggio di dire “va bene…diciamo di si poi, se la cosa sarà contro qualsiasi legge torneremo indietro”; basterebbe il coraggio di chiedere come, quel comune lontano due ciotoli, abbia fatto per permettere ai suoi consiglieri di fare vedere il proprio lavoro sul web. Operazione facile considerando che poi il segretario Comunale, colui che vigila sulla legalità, è lo stesso! Chi si impegna per ottenere il permesso di filmare è solo un cittadino che interessandosi fa il suo dovere, risponderà eventualmente di un utilizzo improprio di quelle immagini. Dire no a cose come questa sembra cosa di altri tempi e di altri luoghi; autorizza cattivi pensieri che, ne siamo più che certi, la maggioranza e tutti in questo consiglio non meritano.
Per sparigliare i giochi degni di un romanzo di Kafka, ci vorrebbe il Cristian D’Andrea dei giorni migliori. Dove il buon senso e la trasparenza della cosa pubblica sia dettata dallo spirito di servizio e non dalle regole. Soprattutto quando sono sbagliate. Caro Crsitian, se ci sei batti un colpo ai tuoi compagni di partito e ai cittadini!
Claudio Casadei