Pur non ritenendo l’attuale accorpamento delle province la migliore soluzione percorribile, sia sul versante del risparmio dei costi, sia su quello della innovazione istituzionale, il riordino in fase di attuazione va comunque colto positivamente, perché si pone l’obiettivo di snellire gli attuali modelli e liberare risorse da poter investire e sul fronte sociale e su quello economico.
Il bacino della Romagna, con l’aggregazione di Forlì/Cesena, Ravenna e Rimini, con l’allargamento dei nuovi confini, può essere una nuova opportunità capace di trarre maggiore beneficio dalla razionalizzazione dei costi e dalle sinergie che potranno essere messe in campo, per valorizzare al meglio la programmazione degli investimenti e l’utilizzo delle risorse, con il fine di qualificare la spesa pubblica, riducendo le inefficienze ed azzerando gli sprechi. Proprio per questo la Cisl esprime forte attenzione al tema della riassegnazione delle funzioni che la Regione potrà attribuire alle nuove aggregazioni provinciali, al fine di garantire un miglior funzionamento della pubblica amministrazione a beneficio dei cittadini.
La condivisione di tale progetto di unificazione, da parte di tutte le parti sociali di un territorio importante come la Romagna, in cui già si sono realizzate esperienze positive di Area Vasta in alcuni importanti settori pubblici, dovrà essere da traino per una ripresa della nostra economia e per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, specie per i giovani. Nella Romagna sono presenti tutte le varie vocazioni economiche, dall’industria al turismo, dall’artigianato all’agricoltura, dal sistema trasporti e logistica esistente a quello dei servizi; il loro sostegno, la loro valorizzazione e sviluppo, rappresenta la chiave di volta per migliorare le condizioni di vita delle famiglie e dei singoli residenti. Va fatta indubbiamente chiarezza sulle competenze in capo a Regione, Province e Comuni, per evitare inutili e costose sovrapposizioni di deleghe e funzioni, che rischiano di andare nella direzione opposta della tanto invocata semplificazione amministrativa, oltre che di generare sprechi di risorse. Questo progetto di riorganizzazione ed accorpamento non può vedere in alcun modo, come risultato, la riduzione della qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini, ancor meno dei dipendenti pubblici dedicati a tali attività, in quanto l’abbattimento dei costi non si realizza gravando sul personale, troppo spesso visto come unica causa degli sprechi. Anzi, il lavoro dei dipendenti pubblici va valorizzato sia sul versante professionale che su quello del riconoscimento della funzione resa, per conto dello Stato, ai cittadini, per ridare il giusto valore al ruolo delle istituzioni.
La costituzione della Provincia Romagna non deve rappresentare la sola esigenza di un risparmio dettata dalla spending review e non può essere solo determinata dalla necessità di un risparmio – già previsto dalla revisione della spesa – ma deve altresì tradursi in una opportunità di crescita economica, sociale e culturale. Proprio per questa ragione nessun territorio deve subire una penalizzazione su aspetti fondamentali della vita sociale ed economica, garantendo adeguati presidi organizzativi dei servizi sul territorio, valorizzando distretti e comprensori omogenei ad oggi bloccati dagli attuali confini provinciali. Le sfide che abbiamo davanti sono enormi, ma altrettante possono essere le opportunità da cogliere. Gli strumenti tecnico-amministrativi sono già in campo. La Cisl pensa, ad esempio, a un nuovo e più forte rilancio di uno strumento già esistente: le Unioni di Comuni che se attuato con serietà e intelligenza può portare a una forte potenzialità nelle economie di scala e dei processi integrativi tra le Amministrazioni, al fine di gestire le funzioni ed i servizi ai cittadini nell’intero territorio e delle comunità che lo abitano Nella fase attuale crediamo che le persone siano molto sensibili a soluzioni condivise e decentrate, vista la crisi politica e partitica che attraversa il nostro Paese.
Pertanto le Cisl di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, chiedono a tutte le forze politiche e istituzionali di procedere presto e bene, in accordo con le parti sociali, alla predisposizione di tutti gli atti necessari al conseguimento del riordino delle Province in termini generali e in particolare della costituzione della provincia unica romagnola. Parimenti la Cisl sta già discutendo al proprio interno di una possibile innovazione del proprio modello organizzativo che, per la nostra regione, prevede una ipotesi in chiave romagnola oltre all’aggregazione anche di altre unioni sindacali territoriali.