Una delle più importanti aziende metalmeccaniche del Riminese in dicembre non ha pagato nessun fornitore. Che poi sarebbero i piccoli artigiani. A ricaduta, i padroncini non hanno onorato le tredicesime, nel migliore dei casi. Massimo, nome di fantasia, dice: “Le tredicesime le ho pagate ai primi di febbraio. Devo ringraziare i ragazzi che hanno aspettato. Ma in cassa non c’era una lira. Il fatto che più mi delude è che l’azienda blasonata non ha fatto una telefonata per avvertire. Non ha saldato le fatture, punto”. “Per noi artigiani – continua Massimo – non è dura, è durissima. Io mi sto rivolgendo al Nord; cerco nuovi clienti, ma non è facile. Spesso, i nuovi pagano le prime ricevute bancarie e poi latitano. Vorrei anche ricordare che le aziendine sono una ricchezza per le grandi. Senza di noi sarebbero più povere e meno competitive”. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, per rubare un’immagine biblica. Il pesce grosso che approfitta del piccolo non è una storia di oggi. Ancora lungo, dunque, il tunnel della crisi. Gli imprenditori cercano di reggere le difficoltà del mercato. E le voci sono davvero contraddittorie e difficili da leggere ed analizzare. I numeri della Camera di Commercio di Rimini indicano qualche segno positivo. La sintesi della fotografia è: “Export dai due volti: a fine 2011 ritorna ai livelli pre-crisi, ma le previsioni 2012-2013 attestano un nuovo calo dello 0,5 per cento”. Insomma, c’è ancora da soffrire, da una parte, dall’altra all’imprenditore si cheide dinamismo, ordine, organizzazione. Coraggio ed innovazione. Per quanto riguarda l’import e l’export gli ultimi dati freschi sono quelli del terzo trimestre 2011. A questa data, la bilancia commerciale vedeva, sul terzo trimestre dell’anno precedente, l’export aumentare del 21,4% e l’import dell’11,8% e . I valori in euro sono i seguenti: l’export è passato da 1,15 miliardi a 1.4 miliardi di euro.; l’import è balzato da 465,5 milioni a 520,5 milioni. Con queste prestazioni, i livelli delle esportazioni sono tornate a quelle della pre-crisi. A guardare al 2008, al terzo trimestre, l’export totalizzava 1.28 miliardi, crollati a 923.086.996 milioni l’anno successivo. Con una perdita percentuale del 28 per cento. La parte più consistente è ad appannaggio del settore manifatturiero, che esporta per un valore di 1,38 miliardi di euro. Seguono, anche se sono poca cosa da un punto di vista della capacità di creare ricchezza, i prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (6,39 milioni) e prodotti delle attività dì servizi di informazione e comunicazione (5,8 milioni). I continenti verso i quali maggiormente si declina l’export sono: l’Europa (966,5 milioni con un aumento di +8,8% sul terzo trimestre 2010); l’America (209 milioni con +117,9%); l’Asia (185.429.025, milioni con +40,2%).
Previsioni 2012-2013. Se l’export a fine 2011 è riuscito a recuperare il terreno perduto nel 2008/2009, per i prossimi due anni le previsioni, con la speranza che possano essere ribaltate dai fatti, si attestano su un calo dello 0,5%, in controtendenza rispetto all’Emilia-Romagna e all’Italia, rispettivamente: più 3,5% e più 3,2%. Un buon segnale anche per il riminese.
Iniziative Export 2012. La Camera di commercio di Rimini ha messo insieme una lunga serie di iniziative promozionali all’estero: India, America Latina, Russia, Emirati Arabi, Qatar, Balcani, e per l’Unione Europea, Spagna, Portogallo, Germania, Svezia e Regno Unito. Andrà a promuovere le filiere del turismo, dell’innovazione, dell’abitare-costruire, della meccanica, dei beni di consumo, delle infrastrutture, dell’agro-alimentare, dell’ambiente e delle energie rinnovabili. A sostegno delle imprese riminesi, la Camera di commercio è presente con cinque rappresentanze all’estero: Russia, Emirati Arabi, Nord Africa, Brasile, India.