Rimini è città dello sport e del benessere oppure no? A instillare il dubbio, questa volta, il progetto della Regione Emilia Romgana decollato l’anno scorso e denominato “Palestra sicura. Prevenzione e benessere”. Di che cosa si tratta? Sono quelle palestre e strutture sportive certificate dal Servizio sanitario regionale. Sperimentato per due anni ed esteso a tutta l’Emilia-Romagna, “Palestra sicura” è nato dalla collaborazione tra i Servizi sanità pubblica e salute mentale, dipendenze patologiche e salute nelle carceri della Regione Emilia-Romagna e – si legge ancora sul sito della regione – si propone di “promuovere l’esercizio fisico” identificato come una delle priorità del Piano che la Regione Emilia-Romagna ha individuato di “cruciale importanza” per la salute di tutte le persone e per la prevenzione di molte malattie croniche, in particolare delle patologie cardiovascolari.
Insomma, una vera e propria “crociata” pubblica tra panche, spalliere e pesi e vari campi sportivi. Ma nello speciale elenco pubblicato sul sito Saluter.it e aggiornato al 10 giugno scorso di palestre riminesi entrate a far parte del progetto nessuna traccia. Curioso no? La procedura per attivare la certificazione di “Palestra etica” – leggiamo sul sito – non appare complessa. Bisogna presentare richiesta al Comune, che attiva poi i Servizi di medicina dello sport delle Aziende Usl per i controlli. Il Comune invia quindi il nulla osta alla Regione che dispone l’elenco delle palestre etiche. Le tipologie di palestre e strutture sportive che possono rientrare nel progetto sono due: le “palestre etiche” per l’attività fisica rivolta alla prevenzione e alla tutela della salute; e le “palestre sicure” per svolgere l’attività fisica prescritta come terapia dai medici del Servizio sanitario regionale.
Redazione Online
© RIPRODUZIONE RISERVATA