Riceviamo e pubblichiamo. Una lettrice scrive ad un esercente di viale Ceccarini.
“Con la presente sono a significarle il mio estremo disappunto per quanto accaduto in data 6 luglio. Mia figlia ed una sua amica si sono fermate nel suo locale per un aperitivo ed hanno scoperto, in quanto non erano disponibili listini prezzi o informazioni in merito, che un aperitivo costava 25 euro. Tralasciando le scenate dei tavoli vicini che incitavano la gente ad andarsene per evitare la fregatura impellente, le peripezie per avere ” lo scontrino ” che attestasse il costosissimo servizio ed i disagi patiti, le vorrei rimarcare un concetto per me piuttosto importante : ma lei si ricorda di essere a Riccione e non invece a Porto Cervo, Saint Tropez o Forte dei Marmi ? Si ricorda che la riviera romagnola è l’espressione della vacanza nazional-popolare e non una località esclusiva ? Si ricorda che a Pasqua il suo locale é stato ritenuto dai NAS : “luogo con gravi rischi per la salute pubblica, gravi carenze organizzative e gestionali ???” Senza ulteriormente dilungarmi la inviterei a riflettere su quanto accaduto, e data la brutta serata trascorsa sarebbe cosa gradita la restituzione del denaro così malamente speso nel suo locale, nel quale non torneremo mai più ed inviteremo quanti conosciamo a fare altrettanto.
Monica Morandi
Gentile Morandi, certo la cifra che Lei indica è sbalorditiva anche per un “salotto” come viale Ceccarini e la non risposta dell’esercente è inaccettabile. In ogni caso non è chiaro se 25 euro sia riferito al prezzo di uno o di tutti e due gli aperitivi. Ad ogni modo, più che consigliare di evitare il locale (chi lavora male alla fine si esclude da solo), come regola generale diciamo: occhi ben aperti e chiedere sempre il listino. E’ obbligatorio con l’indicazione dei prezzi al banco e al tavolo. Cordiali saluti. g.c.
Per la rubrica Lettere al direttore scrivere a: giovanni.cioria@lapiazzarimini.it