“Sta per chiudersi un biennio traumatico per Rimini, per San Marino e per la nostra regione, l’Emilia Romagna per il radicamento mafioso sul territorio”. Parliamo di mafie, quelle che “giocano” pesante. L’elenco è lungo, come ricordano i giovani del Gruppo Pio La Torre: dall’Operazione Vulcano, passando per Staffa, Animal House, Il Principe e la Ballerina, Criminal Minds. Per il 2013 crediamo sia venuto il tempo di un cambio di marcia netto e radicale – dicono dall’associazione – perchè si possa finalmente riportare il tema della lotta alla mafia come prioritario nel nostro Comune e nella nascitura provincia romagnola.
Secondo il “direttivo” locale composto da Filippo Urbinati, Davide Vittori, Stefano Biagianti e Patrick Wild sarebbero cinque i punti dai quali non è possibile prescindere per un contrasto efficace alla criminalità organizzata. Primo, affrontare il capitolo relativo ai beni immobili confiscati in provincia di Rimini. Secondo, monitorare i passaggi di proprietà specie in zone turistiche. Terzo, tenere d’occhio appalti e subappalti. Sul fronte culturale, invece, si dovrebbe fare di più sulla “promozione di una cultura della legalità inclusiva” che possa far sentire le giovani generazioni parte di una comunità di valori sani e fortemente legati alla Costituzione Italiana. Infine, San Marino. “Data la nostra vicinanza a San Marino vorremmo che il 2013 il nuovo Consiglio Grande Generale portasse sul Titano la legislazione italiana antimafia inserendo per esempio il 416bis (e 416ter – che punisce il voto di scambio, un punto questo che stando ai fatti di Valdragone non è estraneo a San Marino) nell’ordinamento sammarinese e una maggiore collaborazione tra Forze dell’Ordine e Magistratura italiana e sammarinese”.
C’è qualche consigliere comunale, provinciale, regionale, o un parlamentare sammarinese pronto ad aiutarci concretamente su questi punti? Si chiedono i ragazzi al temine del loro intervento.