di Giovannino Montanari *
Si è conclusa la stagione turistica più avvilente degli ultimi decenni, e non solo per i risultati negativi, sia in termini di presenze che di fatturato. Vi è un aspetto ancor più sconcertante: l’imbarazzo generale nel definire e stabilire l’entità e la natura della flessione, quasi fosse possibile riuscire ad archiviare la stagione, facendo finta di niente o gettando un po’ di fumo con dati che rasentano il ridicolo. A chi serve nascondere la verità? Non certamente agli operatori che escono demoralizzati da un’estate che nella sua prima parte (giugno e luglio) ha fatto registrare un decremento che sfiorava il 25%, o agli affittuari che al termine della stagione sono in grossa difficoltà a pagare i canoni di locazione, per non parlare degli imprenditori decisi a chiudere per sempre le proprie attività lasciando a casa dipendenti fissi e lavoratori stagionali.
Ed è in questa situazione, di malessere ampiamente certificato, che riemerge un odioso balzello del passato, da applicare immediatamente nel territorio del comune di Rimini, dal 1° ottobre p.v : l’imposta di soggiorno, una tassa giornaliera da far pagare a chi metterà piede nella nostra città e chiederà ospitalità in qualsiasi struttura alberghiera od extralberghiera.
Quindi, come a Venezia (ma anche lì l’imposta è al centro di mille polemiche), nella città che tutto il mondo sogna di visitare, ora anche a Rimini gli ospiti dovranno pagare qualcosa per assicurarsi il “privilegio” di trascorrervi qualche giornata!
Tutto ciò mentre il ministro del Turismo, Piero Gnudi, punta ad approvare entro fine anno il Piano strategico per il turismo, per tornare a essere il primo paese in Europa: “ Il turismo può creare migliaia di posti di lavoro. Negli anni passati non è stata fatta una politica giusta: dobbiamo ribaltare questa situazione!”
E mentre Bernabò Bocca, presidente nazionale della Federalberghi, si accinge ad inviare a tutti i segretari dei partiti politici, in vista della prossima campagna elettorale, “Venti linee di intervento”, articolate in più di 60 misure indispensabili, e tra queste l’abolizione dell’imposta di soggiorno. La FIAVET, fin dall’inizio, ha sostenuto la necessità di non appesantire ulteriormente un settore in netta difficoltà: vi sono altri strumenti di prelievo da attivare, per riuscire a far fronte agli investimenti indispensabili in una metropoli turistica, dall’IMU alla tassa di scopo, che tra l’altro ci permetterebbe meglio di controllare come verrebbero spesi.
Dobbiamo far capire alla società riminese – quanto meno ad una certa componente – che il Turismo rappresenta per la città una ricchezza collettiva, economica e culturale, unica e straordinaria, che l’intera comunità deve sostenere e difendere; e, in questa situazione, penalizzare gli operatori e gli ospiti significa sconfessare nei fatti tanti proclami in suo favore, incoraggiando coloro che vedono nei protagonisti di questa attività “una banda di evasori”, negando che la ricchezza prodotta si distribuisca da sempre su tutti.
Giovannino Montanari
Presidente fiavet Provincia di Rimini e RSM