Imputato: Sigismondo Pandolfo Malatesta. Pubblica Accusa: Avv. Salvatore Di Grazia. Difesa: Avv. Veniero Accreman.
Le seducenti competenze specifiche e letterarie, il fascino dell’elegante Difesa non impediranno la nostra richiesta di Appello. Certamente Sigismondo è l’uomo del “Mestiere delle Armi “ professione immortalata da E. Olmi nel celebre film. Il Malatesta ne adempie con ostinazione le atrocità: violenza, crudeltà, frode. Poteva essere un Samurai coraggioso e leale scelse l’arroganza della forza contro i deboli, contrabbandata per strategia e tattica politica. Vile cinismo della peggior specie. Così nella vita privata esasperata da un’insaziabile sessualità al punto di essere “stanco di vergini violate”. Il Potere poteva. Poteva il Potere! Avrebbe potuto invece! La grande Storia non racconta solo nefandezze mentre, vetrioleggia l’Accusa, era persino “lombrosianamente” segnato il Malatesta! (la Difesa si è ribellata alla polverosa e antiscientifica teoria, che, al contrario, ancor oggi ha estimatori). Per Sigimondo il “credo” sarà: uccidere, tradire, umiliare. Fare qualcosa di orrendo, nell’insolenza di sentirsi “qualcuno”, essendo orgogliosamente “il peggiore”. Tutto questo non esprime certo Umanesimo o Rinascimento, è invece il rantolo del più buio Medioevo nel quale annaspa anche uno Stato della Chiesa, assai più abbietto Stato che umile Chiesa. Questo contesto anziché giustificare Sigismondo ne aggrava le colpe. Dov’è il positivo che con un Buon Governo avrebbe potuto esser fatto? Era una mala-testa e ricordiamo l’ufficiale di Schindler List al quale il protagonista dice: -Tu, col potere che hai, potresti fare cose bellissime!- Il nazista per tutta risposta punta la pistola e uccide il prigioniero che arranca nel lurido fango del Lager. Così il nostro. Dove sono le sagge Leggi che potrebbero persino scaturire da un machiavellico potere? Nessuna traccia.Erigerà un Tempio. Sì. Un monumento funebre per raccontarsi ai posteri come NON-FU. La sua stirpe è quella di Gianciotto che uccide Paolo e Francesca non per onore (ma non è mai esistito questo delitto!) bensì per “lesa proprietà”. Proprietà della quale è venuto in possesso, secondo lo stile di famiglia, con l’inganno del Rosenkavalier. Paolo il” bello” porta la rosa all’ingenua e fragile Francesca, che …inghirlandata di violette… crede sia lui, lo sposo. Con non poco disgusto partecipiamo alle tardive nozze di Sigismondo con la meschina Isotta dal seno vizzo e dal ventre smagliato. Sigismondo avrebbe meritato una Giuditta dal polso fermo e dalla lama affilata. Condottiero ridicolo di sessantaquattro mercenari . come lui sempre fu d’altronde – pure in questa umiliante fine di uomo del mestiere delle armi, senza tema di infierire se ne chiede la storica testa.
Carla Chiara, per i colpevolisti