Economia reale e vie d’uscita dalla crisi. Prende il via domani venerdì 12 ottobre la 43a edizione delle Giornate Internazionali di Studio, dal titolo “Italia. Osservatorio internazionale sul Bel Paese, incubatore della crisi sistemica”. Dal 12 al 14 ottobre si interrogano sui temi dell’economia reale e provano a dare una ricetta sicura per uscire dalla crisi. Ci sarà anche l’erede al trono più giovane che l’Arabia Saudita abbia mai avuto, S.A. il principe Salman bin Abdul Aziz bin Salman Al Saul, 56 anni, figlio del re dell’Arabia Saudita alle Giornate Internazionali di Studio. Oltre a lui ci saranno anche Rafik Abdessalem, Ministro degli Affari Esteri tunisino, Saad-Eddine El Othmani, Ministro per la Cooperazione e gli Affari Esteri del Regno del Marocco, Walid Al Khobaizi, capo dipartimento per l’Europa del Ministero degli Affari Esteri del Kwait.
“Favorire nuovi scenari per lo sviluppo è sempre stato il fulcro di ogni riflessione proposta dal Centro Pio Manzù, che vorrebbe – spiega il Segretario Generale, Gerardo Filiberto Dasi – dare un contributo costruttivo al rilancio del Paese, ponendo l’Italia, ancora una volta al centro di un sistema molto più grande, fatto di persone, idee, progetti”. Da qui anche l’attenzione alla ricetta che viene dagli Stati Uniti con l’esperienza di professionisti che operano nel mondo dell’impresa statunitense, fra cui Frank Ferrante Jr., Socio fondatore ed amministratore dello Studio Legale Ferrante a New York, ha un ventennio di esperienza nell’assistere Ventures italiane a stabilirsi negli U.S.A. È distributore esclusivo di Valcucine, brand di cucine dal design e produzione italiana, in Sud America e Daniel J. Isenberg, Professore di Pratica Manageriale al Babson Global, dove ha creato il Progetto Babson per un ecosistema imprenditoriale. È autore di numerosi articoli pubblicati sulla Harvard Business Review, tra i quali “Come avviare una rivoluzione imprenditoriale”, attesi nella giornata di apertura.
In giornata è giunto anche il saluto del Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon (foto). “Saluto con grande piacere i partecipanti alla conferenza annuale del Centro Internazionale Ricerche Pio Manzù ed esprimo la mia soddisfazione per il tema prescelto nell’edizione di quest’anno, ovvero le attuali gravi conseguenze della crisi economica, finanziaria e occupazionale globale. Quella che stiamo vivendo è una temperie di profondi sconvolgimenti e trasformazioni. Il mondo conosce una fase di grande transizione – economica, con l’affacciarsi di nuove potenze sulla scena internazionale, soprattutto nel sud del mondo. Ma è anche una transizione per l’ambiente, alla ricerca di soluzioni più sostenibili per garantire un benessere duraturo per l’umanità. Infine, si tratta di una transizione politica, che vede i popoli esprimere una giusta richiesta di maggiore coinvolgimento nel processo decisionale che incide direttamente sulle loro vite. Sono stati compiuti enormi progressi. La povertà estrema è stata ridotta della metà dal 2000 in poi. Nel mondo arabo, nel Myanmar e in altre aree è in corso un processo di transizione democratica. La crescita economica dell’Africa procede al ritmo più veloce al mondo. Malgrado tutto questo, dobbiamo alzare il livello delle nostre ambizioni. Davanti a noi stanno l’aumento della disoccupazione, l’incertezza e, in troppe aree del mondo, si alza sempre di più l’onda dell’intolleranza. Troppi governanti al potere sembrano ostinatamente ciechi davanti all’aumento delle temperature e alla minaccia dei cambiamenti climatici. I popoli del mondo anelano ad una vita migliore. Per costruire il futuro, ho elaborato un’agenda di interventi basata su cinque imperativi: lo sviluppo sostenibile, la prevenzione, la costruzione di un mondo più sicuro, il sostegno ai Paesi in transizione e, infine, l’empowerment delle donne e dei giovani. Le Nazioni Unite sono determinate a raccogliere le sfide di oggi e a cogliere le opportunità di un’epoca di cambiamenti radicali. Nessun leader, nessun Paese o istituzione può, da solo, fare tutto, ma ognuno di noi, alla propria maniera, può fare qualcosa. Ringrazio tutti i partecipanti alla Conferenza del Centro Internazionale Ricerche Pio Manzù per l’impegno profuso in questi sforzi e auguro a tutti un proficuo dibattito.