L’INTERVENTO
– Valore sottratto, valore aggiunto. Non è un’antica pratica alchemica, piuttosto una contemporanea regola delle politiche urbanistiche che il Comune di Pesaro ben ha applicato, peraltro tra mille peripezie consigliari, a Vallugola. Basta prendere la strada che porta alla baia contesa tra Pesaro e Gabicce per capire di cosa stiamo parlando. Laddove c’era un versante intatto e perfettamente inserito nel paesaggio, ora esiste, già recintato, un cantiere in cui le ruspe lavorano alacremente per la realizzazione di un parcheggio privato con annesso chiosco (150 mt di coperto più veranda).
Lavorano alacremente per creare terrazzamenti e smottamenti di terreno, quando le esperienze di altri paesi insegnano che i parcheggi possono essere coperti dal verde delle piante e soprattutto essere posizionati in aree che non necessitano di tutto lo sconvolgimento che sta avvenendo a Vallugola.
Con quali finalità poi? ci chiediamo, ben consapevoli di come spesso e volentieri le finalità originarie siano tradite a ulteriore vantaggio dell’interesse privato!
Allora valore irrimediabilmente sottratto alla collettività che non potrà più godere di un Paesaggio, ma valore notevolmente aggiunto ai privati che possono sfruttare la nuova destinazione urbanistica dell’area.
Anziché immaginare una mobilità sostenibile, individuando semmai ai confini del parco un’area di sosta, gli amministratori pesaresi non hanno voluto neanche attendere che il Piano del Parco del monte S. Bartolo diventasse vigente e hanno forzato i tempi approvando, nell’estate del 2010, una variante urbanistica attraverso lo Sportello unico, pur di consentire in tempi rapidi l’avvio dei lavori. Variante passata in Consiglio comunale per un solo voto, con il soccorso di consiglieri di opposizione che hanno pareggiato il dissenso di alcuni della maggioranza. Insomma forzature e alleanze trasversali per sfregiare un’area che, essendo perimetrata nel cuore di un parco naturale, andrebbe invece tutelata.
In questo modo è stata smentita ancora una volta (leggi: Porticciolo di Vallugola e Hotel Capo-Est) la pianificazione indicata dal Piano del Parco che prevedeva e prevede ancora, ormai senza alcun senso, una progettazione unitaria attraverso un piano particolareggiato di iniziativa pubblica tra le due amministrazioni comunali di Pesaro e Gabicce.
La prassi ormai consolidata di modificare le destinazione d’uso delle aree da agricole o verdi a commerciali o quant’altro di lucroso per il mercato, tramite i ricorsi al famigerato Sportello unico, deve concludersi per ridare centralità a una pianificazione generale e strategica che passi per una discussione pubblica intorno all’elemento fondante del Piano regolatore generale. Oggi l’urbanistica sfugge a tutti i controlli escludendo la possibilità che i cittadini possano esprimere la loro opinione. Le affollate assemblee in cui il pubblico si accaniva o approvava certe scelte delle amministrazioni sulla pianificazione territoriale restano solo uno sbiadito ricordo. Ma quella partecipazione accorata e sentita alimentava un attaccamento al proprio luogo e incrementava il senso di appartenenza ad una collettività. Oggi alla politica che ci governa, sembra non interessare più questo aspetto, anzi forse per chi gestisce la cosa pubblica la ‘partecipazione’ cantata da Gaber resta un fastidioso impedimento.
Comitato Vallugola Terra Nostra