Alta l’attenzione sulla sicurezza alimentare per quanto riguarda gli almenti di origine animale. 10 mila controlli nel 2012, un centinaio le irregolarità ‘maggiori’ e 600 ‘minori’. E chi sbaglia rischia di dover restituire gli eventuali finanziamenti pubblici ricevuti. Le infrazioni maggiori in allevamenti, campioni di latte e prodotti caseari, controlli del benessere animale, igiene degli alimenti in negozi e stabilimenti. Male anche la ristorazione, con il 24 per cento di sanzioni. A comunicarlo è la stessa Ausl di Rimini, deputata ai controlli, rendendo noti i dati nel corso di un incontro che si è svolto il 29 luglio scorso presso la propria sede in via Coriano. Presenti la dott.ssa Milena Libretto (responsabile dell’unità operativa “Igiene degli alimenti di origine animale, allevamenti e produzioni zootecniche”) il Dott. Roberto Angelini ( “Sanità Animale”) e il Dott. Fausto Fabbri (“Igiene alimenti e nutrizione”) e, naturalmente, gli operatori delle relative attività economiche, produttive e commerciali.
La dottoressa Libretto, dopo aver relazionato a consuntivo sulle attività svolte, ha sottolineato che per il 2013 si procederà con un numero analogo di controlli con una vera e propria “mappa del rischio”: ad ogni tipo di attività – secondo normativa – è stato attribuito un valore numerico legato al potenziale rischio d’igiene degli alimenti e a seconda del rischio viene tarata la frequenza dei controlli. In questi primi mesi del 2013 sono state già verificate una quarantina di irregolarità maggiori e oltre un migliaio (quasi il doppio dell’intero anno scorso) di irregolarità minori. Le infrazioni maggiori si stanno registrando in allevamenti, campioni di latte e prodotti caseari, controlli del benessere animale, igiene degli alimenti in negozi e stabilimenti, ma anche nella verifica dell’effettuazione delle procedure che dovevano essere messe in atto da operatori che hanno ottenuto finanziamenti europei, e che invece non sono state esperite, con la conseguenza che tali finanziamenti potrebbero essere decurtati.
Tra le questioni su cui vi sono ampi margini di miglioramento, ha spiegato il dottor Angelini, vediamo la registrazione dei bovini con gli appositi marchi auricolari (e conseguente tempestiva comunicazione), che è ottemperata in poco più del 50 per cento dei casi; l’identificazione degli equini, specialmente rispetto alla separazione di quelli da carne dagli altri; i controlli sulle api in particolare rispetto a loro eventuali cause di morte. Maggior risposta si attende anche dal progetto di sterilizzazione gratuita di cani per persone indigenti, rispetto al quale vi sono ancora assai poche richieste rispetto all’atteso; dovranno aumentare anche i controlli sui piccioni e sugli stabilimenti balneari che ospitano anche animali. I rappresentanti delle varie categorie hanno auspicato un impegno sempre maggiore da parte dell’azienda, dalla quale riceve piena collaborazione a porre le condizioni adeguate per prevenire ed evitare il maggior numero possibile di irregolarità nei vari ambiti, a beneficio dei clienti e anche degli operatori economici. Da questa cooperazione è nata una stretta “alleanza” volta ad aumentare sempre più il numero di incontri, creando un vero e proprio tavolo di confronto.
I dati emersi, male la ristorazione. Le strutture di produzione, lavorazione e confezionamento, commercio, trasporto e somministrazione di alimenti in provincia di Rimini sono circa 8.500 e di queste nel 2012 ne sono state controllate 1.400; l’11,6 per cento di questi controlli sono avvenuti a seguito di segnalazione o esposto; 2.500 le prescrizioni impartite, delle quali 286, più gravi, hanno previsto anche sanzioni amministrative (pari al 20 per cento dei controlli effettuati). In una struttura su 5 di quelle osservate sono stati dunque riscontrati problemi maggiori, di solito legati all’igiene. I settori con maggiori concentrazioni di osservazioni maggiori sono quelli della ristorazione, con il 24 per cento di sanzioni, e i bar con il 30 per cento. Quanto agli allevamenti, quelli presenti nel territorio provinciale “ospitano” circa 7mila capi bovini (in circa 300 allevamenti); 2.700 capi suini (92 allevamenti); 11mila ovicaprini (225 allevamenti); 2mila equini (622 allevamenti); 1.700.000 capi avicoli (77 allevamenti), 96mila conigli (207 allevamenti); 51mila arnie di api (306 apiari); 17 allevamenti ittici, circa 300 attività legate ad animali d’affezione (allevamento – addestramento, rivendita, toelettatura…). Sporadici gli allevamenti di animali selvatici, soprattutto cinghiali. Nel corso del 2012 sono stati effettuati controlli su 2.355 allevamenti con 3.290 accessi e sono stati elevati 3.925 documenti di osservazioni, prescrizioni, rilievi e sanzioni. (M.N.-D.C.)