A quali imprese affidare la realizzazione di un lavoro pubblico? A chi offre di meno, a prescindere, oppure alle imprese locali? Sul tema è intervenuto l’On. Tiziano Arlotti (nella foto). “Il Protocollo d’intesa per la legalità, la regolarità e la sicurezza del lavoro e delle prestazioni negli appalti e concessioni di lavori, servizi e forniture pubblici – ha dichiarato – è uno strumento straordinario per dare trasparenza agli appalti, per contrastare con più efficacia le infiltrazioni malavitose, per tutelare i lavoratori e combattere lo sfruttamento. Bene lo strumento delle white list, ma occorre a questo punto che anche le stazioni appaltanti pubbliche sfruttino tutti gli strumenti a loro disposizione per la prevenzione delle irregolarità. Fra questi, sicuramente va maggiormente utilizzata l’offerta economicamente più vantaggiosa, che garantisce requisiti più appropriati a garantire la qualità dell’impresa già in fase di gara. Ma occorre una scelta forte anche per estendere le procedure di trattativa privata previste dalla legge per dare maggiori opportunità alle imprese del territorio. Con la procedura ristretta, infatti, le amministrazioni pubbliche possono invitare cinque concorrenti alle gare di valore fino a 500mila euro, e 10 fino a 1 milione di euro. Purtroppo, però, diversi enti preferiscono tuttora indire gare con pubblico incanto, a cui tutte le imprese possono accedere, e con offerte il cui numero arriva talora a superare il centinaio di partecipanti. Credo perciò sia quantomeno necessaria una modifica delle norme, per non lasciare alla mera discrezionalità dei dirigenti la scelta di ricorrere o no alla procedura ristretta/trattativa privata, e per garantire quindi maggiormente sia l’interesse dell’amministrazione pubblica, sia quello delle imprese e dei lavoratori del territorio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA