di CLAUDIO CASADEI
Chiediamo a D’Andrea se davvero si senta una causa della sconfitta del suo partito.
“Gli stessi esponenti del M5S hanno dichiarato che si trattava di un voto politico e non amministrativo; in effetti non mi pare si sia votato per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale. Mi è dispiaciuto vedere che un giornale come ‘la Piazza’ abbia fatto un’analisi così grezza, superficiale ed errata esponendo considerazioni di carattere personale più che politiche. Una brutta caduta di stile. I risultati per le elezioni amministrative le vedremo l’anno prossimo”.
Nemmeno il suo titolare vota come lei… la considera un’anomalia?
“Considero questo modo di pensare stupido e forse, anche pericoloso. Non credo che il mio datore di lavoro abbia bisogno di consigli su come votare… Ripeto che quell’articolo è stato una brutta caduta di stile. Preferivo il vostro giornale quando si presentava con dei ragionamenti, anche critici, e non con delle affermazioni che sembrano il programma elettorale di qualche gruppo estremista”.
Dopo dieci anni, come può dimostrare alla gente del suo comune che lei lavora ancora sodo?
“Ma chi se le inventa queste assurdità? Assolutamente nessuna stanchezza del ruolo, se stanchezza c’è, è esclusivamente fisica ed è dovuta all’impegno e al lavoro profuso soprattutto nella gestione di un Comune importante. Non è certo facile amministrare, ma comunque è una cosa che mi onora e di cui non mi sono certo mai pentito. Ho piena consapevolezza che in questo periodo si stanno giocando partite importantissime per il nostro comune; proprio quelle partite che garantiranno la possibilità di investimenti per i prossimi 15/20 anni. Il tutto perché abbiamo sempre agito con grande lungimiranza e virtuosità, non occorre urlare le cose, è sufficiente farle”.
Battazza e lei: maestro e allievo o tandem di potere?
“Claudio per me è un amico e da anni un prezioso collaboratore. In questa fase ci troviamo anche ad amministrare due territori importanti della vallata. Abbiamo avuto ruoli diversi in passato ma abbiamo sempre condiviso obiettivi e battaglie per questo territorio. Per quanto riguarda il Pd noi ne siamo una parte, ovviamente. Per fortuna il nostro è un partito che ha regole interne ed una democrazia che permette a tutti di esprimere idee e pensieri e offre a tutti la possibilità di un confronto”.
Lavoro dipendente, sindaco e studio fino ad una laurea, ci svela il segreto della produttività?
“…quando si ha un obiettivo, la fatica passa in secondo piano e si procede con entusiasmo quotidiano nell’affrontare le varie questioni. Non c’è un segreto, ma la consapevolezza di non lasciarsi mai intimorire dai problemi, che invece vanno affrontati uno alla volta, e uno alla volta si possono risolvere con assoluta lucidità.
L’accusa peggiore: non ha realizzato il suo programma per buona parte…
”Sono andato a riprendere il programma elettorale e vorrei capire a cosa si riferisse chi ha scritto l’articolo; probabilmente l’odio politico, a volte, annebbia la mente e manipola la realtà. Facendo i conti con il periodo che stiamo attraversando, di grave recessione economica e crisi di carattere anche sociale dove il comune ha ben poche responsabilità, l’anno prossimo lascerò un Comune molto cresciuto rispetto al passato. I meriti sono da condividere con tanti. Le colpe, se ve ne sono, me le assumo senza problemi e ci mancherebbe che non possa aver sbagliato qualcosa, ma sempre in buona fede, nella gestione della cosa pubblica. Onestamente trovo poco elegante elencare i tanti successi dell’amministrazione che rappresento, in brevissimo, come l’apertura della biblioteca “Tasini”, l’idea del teatro comunale “Villa”, il completo restauro di tutte le mura malatestiane del capoluogo, l’apertura dell’asilo nido, gli interventi di messa in sicurezza su numerose strade comunali e non, la casa dell’acqua, l’area produttiva della Valconca, unica in Provincia di Rimini ad essere a un passo dalla partenza con tutti i passaggi tecnici e amministrativi compiuti a tempo di record, una riorganizzazione della macchina comunale che ha dato i suoi frutti, la prossima riapertura del cantiere del ponte sul Conca…, la riqualificazione del centro sportivo, e tutto questo con i bilanci ridotti all’osso e il patto di stabilità che vincola ogni scelta. I nostri interventi sulla crescita hanno portato a mantenere tre aziende sul territorio che rappresentano eccellenze nel loro settore, Mec3, Ceramica del Conca e Ghigi; il nostro apporto alla loro espansione ed, in qualche caso, alla loro sopravvivenza è stato fondamentale ed oggi occupano complessivamente oltre 600 persone. E poi quello che abbiamo in cantiere ossia l’allargamento del cimitero a S. Andrea in Casale, la riqualificazione urbana dell’area di fronte al Teatro Villa, la sistemazione di alcune varianti urbanistiche, la creazione di numerose aree verdi e interventi consistenti sui plessi scolastici, compreso la riutilizzazione di parte delle ex scuole elementari. Senza dimenticare, inoltre, la creazione dell’Azienda di servizi alla persona che ha consentito la salvaguardia di un enorme patrimonio del nostro comune e che rappresenterà nei prossimi anni la vera ancora di salvezza per i nostri investimenti futuri. Questo è un aspetto che passa molto in sordina ma credo che meriti un approfondimento. Il mondo intorno a noi sta cambiando; ad oggi stiamo discutendo di livelli di governo che non prendono più neanche in considerazione l’esistenza dei comuni. E proprio in quest’ottica a San Clemente si fanno miracoli ma, anche su questo mi piace procedere senza squilli di tromba, mi interessano di più i risultati. Mi permetta ancora una riflessione: dobbiamo cercare di capitalizzare di più quello che viene fatto. E non per un ritorno politico ma per un ritorno sociale, culturale ed identitario del nostro comune; dove l’identità però non vuole dire chiudersi dentro un campanile ma capire che siamo parte di un sistema. Abbiamo una stagione teatrale di livello, abbiamo tante manifestazioni, un ottimo centro sportivo, spazi e risorse, abbiamo molti esercizi commerciali di qualità e tanti ne stanno nascendo! Ora occorre che anche la cittadinanza prenda coscienza di questi aspetti e partecipi a questo sistema.
Grillo al 41%. Un bel colpo di fortuna non essere ricandidabile?
“Ma figuriamoci! Ogni tornata elettorale ha le sue particolarità. Ho vinto con il 53% nel 2004 e col oltre il 57% nel 2009 e le assicuro che non erano tutti voti del Partito democratico. E allo stesso tempo avevamo il centro destra al governo del paese. Questo per dire che ogni tornata elettorale, in particolare quella amministrativa, è una tornata a sé stante. In quanto ai grillini, io apprezzo a prescindere chiunque fa politica e chi si occupa di amministrazione. Mi spiace però che, ad oggi, di programmi ne vedo ben pochi;
Che ruolo avrà nel partito o per il partito allo scadere del suo mandato?
“Sarò, come sempre, a disposizione. Spero di poter dare un contributo anche in nuovi campi, che però mi consentano sempre di poter fare qualcosa per il mio territorio. Vede, è evidente che la politica sia stata interpretata da qualcuno come volano per interessi personali; io ho una visione completamente diversa: fare politica vuol dire occuparsi esclusivamente della tutela dell’interesse pubblico e so che la maggioranza di chi fa politica condivide questa visione. Se avrò la possibilità di poter fare ancora qualcosa per il mio paese, il mio pensiero non cambierà.
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