Cambia il volto “buono” della finanza etica in città. Come è ancora presto per dirlo. Di fatto con l’operazione iniziata a metà gennaio 2013, Banca Carim ed Eticredito hanno dato risposta e reciproche a differenti esigenze che, ufficilamente, rappresentano per la prima quella di “produrre valore economico e sociale e un importante passo nell’ambito del progetto imprenditoriale di Carim” e, quanto alla seconda, per intraprendere “un momento di svolta”. “Per Eticredito – commenta infatti il presidente Maurizio Focchi – la fusione non è un epilogo o una conclusione, ma un momento di cambiamento, una tappa fondamentale in cui trova compimento la strategia di crescita e si rinnova la missione etica in una diversa prospettiva di sviluppo. La ‘dote’ è assai significativa: una esperienza straordinaria al servizio della comunità e che negli ultimi anni s’è concretizzata nell’accesso al credito di 1.757 famiglie in difficoltà e il finanziamento di oltre 70 progetti sociali”.
“L’unione fra le due realtà – dice il presidente di Banca Carim Sido Bonfatti – consente di creare la prima banca commerciale che opererà istituzionalmente anche con finalità etiche. Da oggi convivono le peculiarità di Eticredito, ossia le esperienze di microcredito e finanza etica, la capacità di tenere insieme la dimensione imprenditoriale e il contributo sociale, valorizzando la collettività, le reti, la sussidiarietà, con la struttura riordinata di Banca Carim, efficiente, con una rete distributiva capillare e mezzi necessari per promuovere iniziative su ampia scala. La nuova Banca Carim testimonierà una nuova cultura di impresa, capace di stare fra mercato ed etica, coniugando efficienza ed equità”.
Nel segno della continuità con Eticredito – si legge nella nota dell’istituto – Carim redigerà un Bilancio Sociale per evidenziare l’impatto sociale prodotto sulla collettività, come strumento di gestione della fiducia degli stakeholders e per rendere conto del perseguimento degli obiettivi e delle azioni compiute in coerenza con la missione etica. Banca Carim – leggiamo – continuerà le iniziative di credito sociale e finanza etica attraverso la propria rete di filiali (circa cento). Ripercussione anche sui conti. In tema di effetti economici, per effetto della fusione Carim ritiene che si raggiungeranno anche “sinergie di costo” ottimizzando attività ora frazionate e poste in carico ad entrambe le banche. Grazie al miglioramento dei coefficienti patrimoniali derivanti dall’operazione, Carim – fanno notare i vertici della banca con sede in Piazza Ferrari – potrà creare ulteriori condizioni positive a sostegno dell’economia del territorio e il marchio Eticredito, patrimonio simbolico che distingue e identifica un modello culturale e imprenditoriale che nessun’altra banca può vantare, sarà al centro delle attività etiche realizzate da Carim come elemento qualificativo nella comunicazione nelle iniziative di credito sociale, di finanza etica, di mutualismo e solidarietà. (d.c.)
I conti di Eticredito. Nel 2012 l’isituto di Via Dante ha chiuso con un utile di euro 8.708, negativo dopo il calcolo delle imposte (-24.869). Tale risultato confrontato con la perdita 2011 pari a euro 461.229 – si legge nella relazione di esercizio – registra un netto miglioramento dovuto principalmente al risultato dell’attività di negoziazione che ha recuperato in gran parte le perdite subite per la stessa voce negli anni precedenti. Rispetto alla raccolta, sempre a fine 2012, la banca attesta tale valore globale a 40,0 milioni (+13,54% rispetto al 2011). Bene anche gli impieghi a clientela ordinaria, pari 35,108 milioni di euro con un incremento sull’anno precedente del 6,81%. (d.c.)
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