di BERNADETTA RANIERI
I consiglieri di maggioranza Stefano Brunori (Idv) e Savio Galvani (FdS) assieme al consigliere di minoranza Fabio Pazzaglia (SEL – Fare Comune) presentano un emendamento per la stabilizzazione delle 16 educatrici che lavorano all’interno delle due strutture gestite dall’Asp Valloni, ma viene rigettato al secondo incontro. Martedì 14 maggio la Commissione Bilancio del Comune di Rimini si riunisce e vota positivamente l’emendamento a favore della gestione pubblica degli asili “Brucoverde” e “Cerchio Magico” (Asp Valloni). Giovedì 16 maggio si riunisce il Consiglio Comunale e l’emendamento viene bocciato. Come mai questo cambio di rotta?
Nel primo incontro l’emendamento ha visto il parere favorevole dei tre proponenti e del Movimento 5stelle, mentre Pd e Pdl hanno optato per l’astensione. Solo dopo tale votazione la maggioranza si è riunita per approfondire l’argomento, non senza uno spaccamento di opinioni all’interno del gruppo stesso, e ha deciso per il voto contrario presentato nei giorni successivi. Quindi la decisione è stata: affidare i due asili a una gestione privata e assumere le educatrici tramite cooperative. Ma facciamo un passo indietro nel tempo. Nell’estate 2008 il Comune di Rimini indice un concorso per stilare una graduatoria di “Educatori di Nido – cat. C – a tempo indeterminato”. E’ il 2010 e il Comune di Rimini decide di affidare i due asili all’Asp Valloni (azienda pubblica di servizi alla persona) per una gestione sperimentale di due anni e prorogabile di uno. Attingendo dalla lista dei vincitori del concorso del 2008, vengono assunte 16 educatrici ma a tempo determinato. Ora che si avvicina la scadenza dell’appalto (30 giugno 2013) la questione della gestione di questi due asili si fa più animata che mai.
In una lettera indirizzata al Sindaco Gnassi, le educatrici dicono: “In questo arco di tempo quello che si evince dalle valutazioni dei questionari di gradimento (compilati dalle famiglie utenti dei nidi ASP) e dalle riflessioni delle amministrazioni è un riscontro molto positivo e sembra affermare che il nostro lavoro ha saputo portare avanti quelli che sono i criteri di qualità di un servizio pubblico per l’infanzia. Se le valutazioni sulla qualità dei servizi ASP sono positive, quali sono le motivazioni che portano a pensare ad un cambio gestionale del personale? La nostra è una semplice richiesta: fare il nostro lavoro dignitosamente, all’interno di una gestione pubblica che sia supervisionata, con la presenza di un coordinamento pedagogico e con la competenza di tutti gli attori coinvolti. Questo nell’ottica dell’obiettivo principale dei servizi educativi: una qualità che salvaguardi i suoi principali protagonisti i bambini, le famiglie e i lavoratori.”
Di opinione diversa è il Consigliere Comunale Pdl Eraldo Giudici che in un comunicato stampa sottolinea e condivide le parole dell’Assessore Brasini che, ponendo un dilemma da spending review, ha detto che “assumere vuol dire meno posti nido; d’altra parte è pur vero che la riduzione di posti nido comporta meno lavoro per le educatrici.” Per Pazzaglia la scelta fatta è, dunque, da considerarsi solamente come un semplicistico calcolo economico: “L’orgoglio di gestire direttamente il servizio, col relativo progetto pedagogico, non esiste più. Ci hanno anche detto che con la gestione diretta o para-diretta tramite ASP il costo per bambino all’anno è mediamente 8.500 euro. Mentre subappaltando a soggetti di natura privatistica la gestione di tale servizio il costo per bambino è sui 6.700 euro. Il Comune quindi, per decidere quante risorse investire nella parte pubblica del settore educativo, si riduce a fare considerazioni solo di carattere economico”. Resta il fatto che la decisione di privatizzare i due asili continua a far discutere e ci si prepara per una doppia manifestazione di protesta di insegnanti e genitori per venerdì 31 maggio alle ore 15,30 per poter gridare a gran voce “SI alla scuola pubblica e NO alle privatizzazioni”.
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