A fine dicembre 2012 – su dati Banca d’Italia – la consistenza degli Impieghi totali erogati dalle banche a livello locale ammontava a 11.800 milioni di euro con una variazione percentuale, rispetto a dicembre 2011, del 5,8% (da 12.532 milioni di euro a dicembre 2011 a 11.800 milioni di euro a dicembre 2012). Gli Impieghi alle Imprese (che rappresentano il 68% degli Impieghi totali), quantificabile in un -8,5% (da 8.761 milioni di euro a dicembre 2011 a 8.020 milioni euro a dicembre 2012).
Riguardo alla consistenza dei Finanziamenti per cassa, in provincia di Rimini, ammontano, al 30/09/12, a 11.092 milioni di euro, con una variazione percentuale negativa, rispetto al 30/09/11 (12.947 milioni di euro accordati), del 14,3%; tale calo risulta essere superiore quello di tutte le altre province emiliano-romagnole, dell’Emilia-Romagna e dell’Italia. Anche le garanzie reali che assistono tali finanziamenti sono diminuite, passando 5.967 milioni di euro del 30/09/11 a 5.280 milioni di euro del 30/09/12 (-11,5%).
Per ciò che riguarda, poi, la consistenza dei Finanziamenti oltre il breve termine, in provincia Rimini, si passa da 8.656 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 7.726 milioni di euro del trimestre 2012 (di cui il 99,0% a tasso non agevolato), con una diminuzione del 10,7%; come finanziamenti per cassa, anche in questo caso è il territorio riminese che fa registrare il maggior decremento percentuale rispetto alle province emiliano-romagnole, all’Emilia-Romagna e all’Italia. Anche per ciò che concerne, inoltre, la consistenza dei finanziamenti agevolati la situazione, provincia, non è confortante, passando da 89 milioni di euro del 3° trimestre 2011 a 79 milioni euro del 3° trimestre 2012, con una diminuzione dell’11,2%.
Alla riduzione del credito concesso da parte delle banche, si aggiungono, per contro, i dati Sofferenze bancarie che spiegano la difficoltà della clientela (imprese e non) nel restituire finanziamento avuto dalle medesime banche; i dati dicono che, in provincia di Rimini, al 30/09/Sofferenze ammontano a 835 milioni di euro, con un incremento, rispetto al 30/09/del 23,3%. In questo complesso scenario l’intervento dei Confidi è stato molto importante per le imprese, anche se contraddistinto da crescenti difficoltà. Il loro compito tradizionale è quello di agevolare ottenimento del credito da parte del sistema bancario e attenuare la rischiosità dell’operazione finanziamento attraverso il rilascio di garanzie a costi accessibili.
Il perdurare della crisi ha iniziato però a farsi sentire ed il profilo di rischio delle garanzie rilasciate è costantemente aumentato negli ultimi anni. L’incidenza delle partite deteriorate è cresciuta costantemente e rappresenta la voce che maggiormente sta influenzando in negativo la chiusura dei conti economici dei Confidi, erodendo l’entità dei patrimoni a presidio dei rischi in essere. Il perdurare della crisi, inoltre, ha fiaccato la resistenza dei Confidi. Il ruolo che hanno svolto in particolare negli ultimi 5 anni ha permesso al mondo delle PMI di prendere respiro e di resistere di fronte alle difficoltà summenzionate. Tutto questo peraltro ha un prezzo che si chiama “credito deteriorato”. Il profilo di rischio dei portafogli confidi è aumentato costantemente e le risorse finanziare rischiano di non essere più sufficienti per svolgere con immutata efficacia l’attività fideiussoria. I Confidi hanno bisogno di fondi freschi, un problema che supera i confini provinciali e regionali.