Guai seri per le campagne dell’entroterra riminese. Colpa della grandine che non lascia speranze: distrugge. Troppo presto per dire con precisione fino a che punto, se rimediabilmente o irrimediabilmente. La Provincia parla del settore priamario che ha “messo in ginocchio le colture di pregio”. Anche le associazioni di categoria (CIA, Coldiretti e Confagricoltura) hanno presentato un primo resoconto. Nelle aree comprese tra i fiumi Marecchia e Marano (comuni di Rimini e Coriano) – si legge in una nota della Provincia – le zone più colpite sono state: zona carceri (Via Santa Cristina), San Martino in Venti, Montecieco, Covignano-Grotta Rossa, Sant’Aquilina, Gaiofana e Ospedaletto. Le colture maggiormente danneggiate – in molti casi, per il 100 per 100 della produzione – sono state: i vigneti e gli oliveti (fra le colture arboree); i cereali (grano, mais, sorgo); le colture portaseme e il girasole.
Così già si parla di come rimediare tant’è che si stanno valutando tutte le possibili forme di intervento, non escluse le iniziative di solidarietà locale. Si cercherà – spiega ancora la Provincia – di fare pressione sulle autorità competenti per mettere in campo, ad esempio, forme di sgravi fiscali: IMU, Tares, esenzioni dall’imposta sul reddito agrario, esenzione dal contributo di registro imprese presso la Camera di Commercio; nonché le eventuali possibilità di attivazione di aiuti-sgravi dal Fondo di solidarietà nazionale. “Si tratta degli interventi minimi ipotizzabili – ha spiegato l’assessore provinciale all’Agricoltura Juri Magrini -. Oltre alle autorità attive sul territorio, il mio appello va anche agli Istituti di credito: infatti, non possiamo dimenticare le ricadute che un evento simile potrebbe comportare sull’occupazione. E’ purtroppo già prevedibile un calo di richiesta di manodopera su scala provinciale nel settore agricolo da oggi a fine anno, con gravi ripercussioni sul sistema economico locale”.
Non è al momento pervenuta formalmente alcuna allerta meteo per i prossimi giorni, la situazione è comunque costantemente monitorata; secondo le previsioni meteo, dopo una timida tregua tra oggi e domani, sono previste nuove precipitazioni, ma di intensità decisamente ridotte rispetto al nubifragio di ieri, tra le giornate di giovedì e venerdì prossimo.
Nel frattempo per tutta la giornata è proseguita in Prefettura l’attività del Tavolo di Coordinamento (Centro coordinamento soccorsi) presieduto dal Prefetto, con la partecipazione del Sindaco di Rimini, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della Protezione Civile provinciale. Particolare attenzione è stata prestata agli istituti scolastici con sopralluoghi che si sono succeduti durante tutto il corso della notte. E’ stata quindi disposta la chiusura a puro titolo precauzionale, per la sola giornata odierna, degli asili “Aquilone”, “XX Settembre” e “Do Re Mi”. Controlli sono stati disposti anche per le scuole medie, senza che siano stati riscontrati problemi di inagibilità, per cui i relativi esami hanno potuto avere regolare svolgimento.
Il Prefetto e il Sindaco – comunica la Prefettura – hanno richiesto alla Regione il raddoppio delle squadre di intervento del volontari di Protezione Civile, che quindi passano dalle attuali otto (quattro per turno) a sedici (otto per turno). Hanno altresì verificato con la Protezione Civile regionale che tali squadre fossero tutte autosufficienti e dotate di idrovore. Straordinario anche l’impegno dell’intero corpo dei Vigili del Fuoco che opera con ben 17 squadre (circa cento uomini), delle quali 11 del comando provinciale e 6 provenienti da altri comandi della Regione (3 da Forlì-Cesena, 1 da Reggio Emilia, 1 da Bologna e 1 da Ravenna). Sul piano operativo, dopo la fase emergenziale, gli interventi dei Vigili del Fuoco si concentreranno sulle condizioni delle autorimesse di cui alcune con numerosi veicoli sommersi dall’acqua e degli scantinati, oltre a fornire la consueta disponibilità e assistenza per le altre situazioni di disagio segnalate anche dai privati.
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