Tante le proposte culinarie del Festival, all’insegna della tipicità dei prodotti e del prezzo contenuto. Ad accogliere i visitatori all’ingresso del parco la pizza, in un grande spazio gestito dal ristorante Pomod’Oro di Rimini, proposta a pochi euro e con le più svariate e saporite farciture. Altra protagonista la pasta, a cui è stato dedicato un grande ristorante in cui è stato possibile assaggiarla fresca o secca e con uno svariato ventaglio di sughi. Regina su tutte, la cucina di strada, nelle sue declinazioni tipiche regionali: dalla porchetta agli arrosticini di pecora abruzzesi, dalle saporitissime olive e cremini al fritto ascolano, per arrivare al cono di pesce fritto dei pescatori romagnoli. Novità del Festival tra i cibi di strada, l’Oca Burger, ideato da Michele Littamé dell’azienda agricola ‘Il Dosso’, a Sant’Urbano nella Bassa Padovana. “Il segreto sta nel modo in cui le alleviamo – ha raccontato Michele Littamé. – Le nostre oche sono allevate completamente libere, perché essere libere è nella loro natura che noi uomini non possiamo forzare e, negli ultimi trenta giorni di allevamento, aggiungiamo una percentuale di latte e miele alle farine che noi stessi produciamo per la loro alimentazione”.
A fare da collante tra i vari spettacoli di punta, il grandissimo intrattenitore Andy Luotto, attore-chef che ha raccontato la sua vita e i suoi piatti, attraverso piacevoli chiacchierate e show cooking. E poi la presenza del top nel panorama della gastronomia. Sabato 6 settembre grande divertimento in cucina con gli ‘Angelini’s Boys’. Lo chef riminese di fama internazionale Gino Angelini, che da circa un ventennio ha conquistato il palato dei vip di Hollywood nel suo ristorante a Los Angeles, ha tenuto un corso in esclusiva di cucina fusion. Insieme a lui, alcuni dei suoi allievi prediletti, gli Angelini’s Boys appunto, si sono divertiti a modificare le ricette del loro maestro in una gara di abilità senza precedenti. Tra questi: Massimiliano Poggi del Cambio di Bologna, Luca Angelini, ora in partenza per portare la nostra cucina in Birmania, Tiziano Rossetti, insegnate ad ALMA, Cristian Pratelli, responsabile di Summertrade e Raffaele Liuzzi, della Locanda Liuzzi di Cattolica che sul suo profilo in un noto social network ha scritto “lavorare di nuovo insieme con il grande chef Gino Angelini e gli altri amici di vecchia brigata, è stato come tornare indietro nel tempo di trent’anni. Bellissimo tutto questo!”
Momento di punta della kermesse è stato domenica 7 con le premiazioni dei quattro personaggi a cui è stato assegnato il Premio Nazionale Galvanina, tra i più prestigiosi nel panorama nazionale. Il Premio alla Cultura, è andato a Gualtiero Marchesi, il nome più illustre della cucina italiana, consegnatogli dall’assessore regionale Maurizio Melucci. Una missione, la sua, fondata sull’insegnamento del buono e la cura del bello, ma come lui stesso sostiene, “la cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla divenire arte”. Questo il fil rouge di un’intera vita e, se oggi la cucina è un tratto distintivo del ‘made in Italy’ nel mondo, Marchesi ne è sicuramente l’ambasciatore più autorevole e rappresentativo. Personaggi che prima di lui hanno ricevuto questo riconoscimento, sono stati Tonino Guerra, Vittorio Sgarbi e Pierluigi Celli. Il Premio alla Cucina, è stato invece assegnato ad un allievo di Marchesi, lo chef vicentino Carlo Cracco, notissimo volto di Masterchef e uno tra i più celebri chef nel firmamento della cucina mondiale. Allievo di due mostri sacri della cucina come Gualtiero Marchesi e Alain Ducasse, Carlo Cracco rappresenta la moderna evoluzione del cuoco nel ventesimo secolo: in costante sperimentazione, in giro per il mondo alla ricerca di nuove esperienze, imprenditore, testimonial e con lo sguardo rivolto al sociale. A consegnare il
premio, Gino Angelini, vincitore nella stessa categoria dello scorso anno, Negli anni passati erano stati premiati anche Gianfranco Vissani, Pino Cuttaia e Niko Romito. Dopo Anna Scafuri, Gioacchino Bonsignore e Bruno Gambacorta, il Premio Giornalismo è andato a Fede e Tinto, conduttori di ‘Decanter’, un programma sull’enogastronomia italiana in onda da 10 anni su Radio2 Rai. Da altrettanti anni sono anche presentatori, portavoce e testimonial delle migliori espressioni del nostro patrimonio agroalimentare, anche nell’ambito di noti eventi nazionali. Infine il Premio Imprenditoria, assegnato a Lorenzo Ercole, seconda generazione alla guida del celebre marchio Saclà, icona dell’industria italiana anche fuori dai nostri confini. Negli anni passati erano stati premiati Joe Vitale, Leonardo Spadoni e Surgital. Novità di quest’anno è stata l’introduzione del Premio Galvanina del Cuore consegnato al dottor Marco Squicciarini, specialista nella disostruzione da Corpo estraneo, problematica che causa la morte di 50 bambini all’anno, il 70% dei quali purtroppo a tavola.
Altro riconoscimento di grandissima attualità, è stato il “Premio WEB Chef”, conferito alle tre organizzazioni ristorative che nell’ultimo anno sono state capaci di comunicare la propria identità e il proprio lavoro attraverso il mezzo di comunicazione oggi più potente al mondo: internet. Con grande soddisfazione, il 1° Premio è andato a Roberto e Daniela Cenni del Ristorante Chiosco di Bacco (Torriana) “per la capacità di valorizzare la bellezza delle sale e dei piatti attraverso immagini suggestive e di qualità, veicolate in modo impeccabile attraverso il social network più usato al mondo: Facebook. L’utilizzo di un linguaggio chiaro pulito e il buonsenso di utilizzare il web in modo sciolto e mai artificioso è valso loro un numero di followers paragonabile ad una grande azienda di caratura nazionale”. A seguire, Domenico Ottaviano del Ristorante Al Trabucco da Mimì (Peschici) che si aggiudica il 2° posto e Pietro Parisi del Ristorante Era Ora (Palma Campania), 3° classificato. Foto LAPIAZZARIMINI.IT
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