Il Vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi (foto) nel corso dell’omelia pronunciata in Basilica Cattedrale per l’ultimo giorno dell’anno, ha posto l’attenzione sul significato teorico e pratico dell’esercizio della “gratitudine” e un elenco importante di “grazie”. Come a voler sottolineare, ancora una volta, il senso di comunità senza il quale non sarebbe stato comunque possibile tenere “salda” la coesione sociale nel nostro territorio.
“L’esercizio della gratitudine – ha detto il Pastore della Chiesa riminese – è importante sempre, ma soprattutto nei momenti di crisi. Stiamo soffrendo le doglie del parto: sta nascendo qualcosa di nuovo, ma facciamo fatica a intravvederlo. Sono molte le persone da ringraziare oggi. Vorrei cominciare dai preti: affaticati, anche stanchi, ma non rinunciano a spendersi fino allo sfinimento. E non rinunciano a cantare e a sorridere, ricordandoci che il nostro Dio si è autodefinito ‘amante della vita’. Ringrazio anche gli imprenditori, che pagano le tasse anche per i loro colleghi che hanno posto la loro sede fiscale a Montecarlo, ma usano gli stessi beni pubblici. Grazie poi ai tanti accompagnatori dei poveri e dei soli, che con la forza dell’amore, curano le disperazioni. Grazie ai tanti amministratori onesti, che non mollano anche se avrebbero più d’una ragione per farlo. Alle maestre, agli insegnanti, alle catechiste, agli educatori che in una scuola ferita e in un momento di nebbia a bassa quota continuano ad amare i nostri figli.”
Il Vescovo Francesco ha pronunciato anche un pensiero al Santo Padre. “Grazie anche a papa Benedetto, per la sua onestà umile e coraggiosa nel passare il testimone a papa Francesco. E grazie a questo nuovo pontefice che ha accettato di cominciare a servire la Chiesa quando si stava avvicinando per lui la stagione della pensione. Grazie perché non si stanca di seminare speranza e di contagiare fiducia. Grazie perché ci sta facendo vedere che una Chiesa più umana è possibile.”
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