Banca Etica tra pochi giorni avrà alle proprie spalle 15 anni di vita. L’autorizzazione di Banca d’Italia arrivò infatti l’8 marzo 1999. Per una banca, e rispetto ad altri istituti di credito a livello locale, 15 anni non sono nulla. Si potrebbe quasi dire: un seme appena gettato. Ma Banca Etica, nata anche grazie all’impegno di numerosi riminesi che ancora oggi vi lavorano, va assolutamente vista da un altro punto di vista. Quello della finanza etica che, diciamolo, non ammette imitazioni.
Ma oggi a Roma non si è parlato di princìpi. Bensì di numeri. Eccoli. Dal 1999 la banca con sede centrale a Padova e operativa anche in Romagna, i crediti erogati sono stati pari a 1 miliardo e 800 milioni a favore di 23.800 progetti di famiglie e imprese sociali. Il 70% dei quali a favore di enti non profit (contro l’1% della media del sistema bancario italiano). Risorse – spiega la banca- “che hanno contribuito a far crescere in quantità e qualità i servizi di assistenza per le persone più fragili, promuovere l’arte, la cultura e lo sport come strumenti per migliorare la qualità di vita di tutti, difendere la legalità, ridurre le emissioni di CO2 a salvaguardia dell’ambiente e della salute, diffondere il biologico, rilanciare progetti di cooperazione internazionale e commercio equo e solidale”.
Banca Etica nel 2013 ha realizzato una raccolta diretta cresciuta dell’11% con un tasso si sofferenze del 2,02% contro il 7,7% della media del sistema bancario. Lo studio commissionato da ALTIS (disponibile integralmente sul sito della banca) è emerso che nel 52% dei casi rivolgersi a Banca Etica “ha permesso di creare nuovi posti di lavoro” e che il 47% dei clienti “ha ottenuto il finanziamento da Banca Etica dopo che una o più banche avevano rifiutato di concederlo”.
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