di MILENA ZICCHETI
Sono amati, anzi, spesso amatissimi. Basta frequentare un po’ l’ambiente, certe piazze e viuzze nei centri storici della provincia, per capire quanto siano importanti sia per chi li organizza sia per chi li frequenta con le motiviazioni più variegate. La novità c’è ed è la seguente. La Regione Emilia Romagna ha varato già da tempo una legge, la 4 del 2013, per regolare le compravendite nei mercatini degli hobbisti. Voluta principalmente dalle associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani, ha un obiettivo piuttosto chiaro: quello di spingere verso la regolarizzazione coloro che partecipano in maniera continuativa ai mercatini e alle mostre scambio che si tengono in regione.
Secondo questa nuova legge, per poter partecipare ai mercatini, gli hobbisti dovranno richiedere al proprio Comune di residenza un tesserino che consentirà di partecipare ad un massimo di dieci manifestazioni all’anno, per non più di 2 anni nell’arco di ogni quinquennio, il tutto al “modesto” costo di 200 euro. Ogni nucleo famigliare potrà ottenere il rilascio di un solo unico tesserino. In occasione della vidimazione inoltre, ciascun hobbista dovrà consegnare al Comune l’elenco completo dei beni che intende vendere, barattare o esporre e il relativo prezzo di vendita o baratto. Non possono essere venduti, scambiati o esposti più di un oggetto con un prezzo superiore a 100 euro e, in ogni caso, l’importo totale della merce non potrà superare i mille euro.
I mercatini continueranno ad essere organizzati dai Comuni, ma questi potranno affidare a terzi la gestione, così come avviene anche per le fiere e per i mercati. Secondo la nuova disciplina però, tali associazioni saranno tenute a redigere un elenco dei partecipanti a ciascuna manifestazione, da inviare annualmente alla Regione. Nuova legge, nuove sanzioni. Varieranno dai 250 ai 1.500 euro e verranno applicate nei seguenti casi: assenza del titolare del tesserino identificativo o mancata esposizione del tesserino al pubblico o agli organi preposti alla vigilanza; mancata consegna al Comune, in occasione della vidimazione del tesserino, dell’elenco dei beni oggetto di vendita, accertata incompletezza o non veridicità dell’elenco; vendita, baratto, proposta o esposizione di più di un oggetto con un prezzo superiore a 100 euro.
I PRO E I CONTRO. L’Anva-Confesercenti Emilia Romagna ha comunicato che una regolamentazione dei mercatini degli hobbisti è utile e necessaria per due motivi: “consente di dare una regolamentazione ad un settore fino ad ora privo di regole, di quantificarlo e di organizzarlo al meglio; consente di limitare nel tempo un esercizio di attività che produce reddito e che, se oggettivamente remunerativo, deve favorire l’entrata nel mondo dell’impresa con il rispetto di tutte le regole previste dalla legislazione in materia”. Anche coloro che si sono battuti per questa nuova normativa, come le associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani, sostengono che una regolamentazione andava fatta. Ma, se da una parte l’intenzione è quella di arrivare ad un giusto compromesso, dall’altra purtroppo penalizza chi fa veramente l’hobbista. Troppo spesso infatti in questi ambienti c’è poco hobbismo e molto commercio elusivo delle imposte fiscali e questo purtroppo anche da parte di alcuni commercianti che tanto si sono lamentati e battuti per avere questa normativa e che si trovano a vendere le rimanenze dei loro prodotti sui mercatini senza rilasciare alcuna ricevuta!
Gli stessi partecipanti ai mercatini sono oramai in “lotta” tra di loro: da una parte chi vende semplicemente usato, dall’altra chi è hobbista e vende le proprie creazioni artigianali. Una mercante, ci ha dichiarato: “Faccio mercatini da 2 anni, un po’ per passione un po’ per necessità. Sono d’accordo che una regolamentazione sia necessaria, ultimamente infatti si vede di tutto. Addirittura mercati dove ci sono solo professionisti che, con la scusa del mercatino, non rilasciano ricevuta. Bastava fare un decreto dove veniva vietata la partecipazione a chi lo fa di professione, tipo antiquari con tanto di negozio. Mi può anche stare bene pagare duecento euro l’anno di tasse, questo potrebbe servire per avere un monitoraggio di chi espone, controllare chi è, cosa fa e perché, ma dieci mercati l’anno mi sembrano una assurdità. Ogni mercato mi costa 20 euro di tassa, più 20 euro di posteggio, benzina, un panino… cosa rimane? Ci sono volte, aihmè sempre più spesso, che l’incasso della giornata arriva a malapena a 30 euro! Inoltre non penso che i nostri mercatini diano fastidio ai commercanti, anzi! Ci sono paesi e centri storici che senza i mercati sarebbero vuoti. Certi esercizi tipo bar, pizzerie, gelaterie, forni lavorano grazie al flusso di gente che i mercatini portano! Cosa sarà di loro il prossimo anno? Vogliamo ridarci un’occhio a questa legge e dare una mano a chi ne ha bisogno?”
Secondo la nuova normativa, ogni Comune nel quale si intenda istituire una maniferstazione con la presenza di hobbisti, dovrà adeguarsi a tale disciplina entro sei mesi dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Telematico della regione Emilia Romagna (e quindi entro il 2013 o al massimo i primi mesi del 2014). Il problema però è un altro: nessuno sa come ci si dovrà comportare! Abbiamo sentito alcune associazioni che organizzano sul territorio riminese mercatini degli hobbisti, ma non hanno saputo darci alcuna indicazione: c’è ancora molta confusione, non sanno ancora bene come evolverà la situazione e di conseguenza non hanno la possibilità nemmeno di consigliare i propri associati. Lo stesso Comune di Rimini non si è ancora espresso su questa nuova normativa e su come si dovrà affrontare la nuova regolamentazione dei mercatini.
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