di ALBERTO BIONDI
Giorgia ha dodici anni e, concentratissima, intreccia sulla brandina una piccola catena di anelli colorati. Li pesca da una scatola trasparente in cui sono stati suddivisi per gradazione, ne possiede di tutte le sfumature possibili e immaginabili, e come lei vedo tantissime ragazze sulla spiaggia con il proprio kit di lavoro. È il fenomeno di quest’estate che spopola in Riviera. Parliamo dei braccialetti elastici molto alla moda che, dagli Stati Uniti, sono approdati prima nel Regno Unito e poi nel resto d’Europa.
La tendenza è presto planetaria, lanciata anche grazie alle numerose “celebrities” fotografate (o fotografate-si, in tempo di selfie) con al polso i bracciali in questione. Piacciono davvero a tutti e persino i rivenditori abusivi si sono adeguati alla domanda offrendo anch’essi dei blister di anellini colorati. Capriole del sistema economico.
Ieri pomeriggio la doccia fredda: uno studio condotto dal Birmingham Assay Office ha rivelato una percentuale pericolosamente alta di due ftalati nocivi negli anellini, tale da causare il cancro o disturbi ormonali nei più piccoli. Gli ftalati sono sostanze chimiche utilizzate per rendere i prodotti plastici più malleabili, hanno un utilizzo cosmetico nei bagnoschiuma e negli smalti per le unghie, ma data la loro pericolosità la percentuale fissata dalle norme europee è dello 0,1%. Ebbene, negli anellini multicolore ce n’è fino al 40%. Il loro ingresso nell’organismo passerebbe dalla naturale traspirazione del tessuto epiteliale. Come spesso accade in questi casi, il rischio bufala è sempre dietro l’angolo e c’è sempre qualche scettico che frena gli impulsi collettiviverso facili catastrofismi. Tuttavia questa volta le contromisure sono state immediate: dopo la pubblicazione dei preoccupanti risultati scientifici l’industria Entertainer, che in Gran Bretagna ha smerciato il prodotto (vi stupite?) made in China, ha subito dichiarato che la sicurezza del pubblico viene al primo posto e che condurrà una propria ricerca sulla composizione degli anellini. Nel frattempo però, ha provveduto a ritirare il prodotto dal mercato britannico in attesa di una smentita credibile.
Sui media anglosassoni imperversa la polemica, tanto che la notizia campeggia su tutti i siti dei maggiori quotidiani. Poche volte il giornalismo inglese, oggettivo per antonomasia, ha divulgato notizie false. In attesa che gli organi di informazione italiani ne diano notizia, la domanda è solo questa: cosa vi metterete al polso stasera?
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