“E’ un momento di amarezza. Non parlo di me. Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna” scrive Errani a pochi minuti dalla notizia della condanna a 1 anno per falso ideologico (senza interdizione dai pubblici uffici) annunciando le sue dimissioni da presidente della Regione. La faccenda Terremerse “chiude”, nel peggiore dei modi, una carriera che per Errani in viale Aldo Moro è iniziata nel 1999. Prima l’assoluzione QUI LA NOSTRA NOTIZIA, oggi la condanna e l’annuncio del ricorso in Cassazione.
Errani precisa anche: “Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza. Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità. Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità. Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perché con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva. A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro”.
Con le dimissioni si va al voto e secondo diverse battute di agenzia molti assessori sarebbero già negli uffici di Viale Aldo Moro. Secondo ‘repubblica.it’ con il governatore dimissionario sarebbe la vicepresidente Simonetta Saliera a reggere la Regione fino al voto.
Con la massima tempestività arrivano i primi commenti. Con una dichiarazione congiunta il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, e il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi vanno al sodo e dicono: “Lo diciamo con estrema chiarezza: Vasco Errani è una persona onesta e perbene. Chiunque lo conosca sa che Vasco Errani ha sempre messo avanti nella sua attività politica, amministrativa e nella sua vicenda umana il rispetto delle istituzioni, la competenza, la passione, l’impegno, un grande rigore etico. Le sentenze si devono rispettare, ma è altrettanto vero che il corso della giustizia deve essere compiuto fino in fondo affinché emerga- come peraltro è avvenuto durante il primo grado di giudizio- l’assoluta correttezza del suo operato”.
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