Lavori partiti con un costo di 12 milioni di euro “resi disponibili da economie maturate dal Consorzio stesso negli anni”. Un primo tratto del CER, quello di 2 km sino al Rio Pircio, è già ben visibile (foto) e costituiscono il primo passaggio di un opera, quella del Canale Emiliano Romagnolo, che nel Riminese porterà, entro il 2017, acqua per irrigare oltre 800 ettari di territorio agricolo. I lavori “stanno marciando a ritmi altissimi” e così arrivano i primi commenti e i numeri dell’opera strategica. “In un periodo in cui molte opere con funzione collettiva subiscono ritardi o addirittura cancellazioni – ha rimarcato il presidente del CER Massimiliano Pederzoli – proprio grazie a questo progetto di prolungamento dell’asta del canale garantiremo l’arrivo puntuale della risorsa idrica in un comprensorio siccitoso come quello di Rimini; una novità strutturale che potrà finalmente fornire garanzie economiche certe a tutta la cittadinanza e in particolar modo alle imprese agricole. Il ritmo con cui il cantiere è partito e sta procedendo ci rassicura sulle scadenze previste”.
A tal proposito il laboratorio scientifico di ricerca del Canale Emiliano Romagnolo – coordinato dal direttore generale Paolo Mannini – rende pubblici alcuni dati di sistema di sicura evidenza per la comunità, dati che confermano i molteplici benefici di tipo ambientale ed economico determinati proprio dalla realizzazione di questa opera strategica. Nel comprensorio riminese infatti sono insediate aziende agricole perlopiù di piccole e medie dimensioni che vedono nella coltivazione di specie ortive da consumo fresco (molto idro-esigenti e da alto reddito), la base indispensabile per la vitalità economica di impresa e per il reddito della famiglia coltivatrice. “In questo scenario – commenta Mannini – la prospettiva di avere con continuità la certezza di una risorsa idrica di buona qualità porterà un alto valore aggiunto al territorio. Le stime effettuate dai laboratori di ricerca valutano che i 2 km di canale porteranno acqua su oltre 600 ettari di colture irrigue, con un incremento di Produzione lorda vendibile di oltre 4 milioni di euro, ai quali, detraendo i costi vivi aziendali conseguenti ai costi dell’attività irrigua, si giunge a stimare il beneficio monetario annuo di circa 2,2 milioni di euro complessivi in un annata medio arida”. Il prolungamento del canale sarà in parte interrato ed in parte a cielo aperto e la distribuzione provvisoria dell’acqua sarà effettuata “a gravità” utilizzando la presenza della fitta rete di canali di scolo situati altimetricamente a valle dell’adduttore e quindi tra lo stesso e il mare. Gli agricoltori potranno così attingere temporaneamente dall’asta dell’adduttore, mettendo in pressione proprie tubazioni aziendali per portare l’acqua sino a 200-300 metri a monte del canale ed in destra idraulica del Rio Pircio. Sotto il profilo ambientale l’apporto di acque superficiali in sostituzione di quelle da falda determina anche un deciso contrasto al devastante fenomeno della subsidenza del territorio che, lungo tutta la costa romagnola, causa la perdita della spiaggia con conseguenze negative per il turismo ed elevati costi per gli interventi di ripascimento degli arenili.