Il 23 gennaio scorso riceviamo via mail una lettera firmata. Ecco i passaggi più significativi. Immaginatevi un cieco da solo alla fermata isolata di una trafficatissima strada. Spesso queste persone vengono lasciate “a piedi” con tutte le conseguenze del caso. Inoltre nel 50% dei casi le strisce pedonali sembrano essere superflue per l’attraversamento di arterie stradali pericolose. Per chi vede purtroppo, spesso, tutto è scontato ma se si facesse un poco di empatia si capirebbe che queste sono mancanze che possono cambiare in meglio o ridurre ad inferno la vita di chi, troppe volte, incontra ostacoli e “vi inciampa”. Questo intervento non vuole essere una denuncia ma una rinuncia….si, dopo aver aspettato quattro mesi per le strisce pedonali e non vedere ancora realizzate questo strumento essenziale…. e dopo essere stata dimenticata alla fermata dei mezzi pubblici più volte ho perso la voglia di lottare e vedo la mia libertà di movimento sempre più lontana, soffocata da burocrazia lenta e assenza totale di solidarietà. Verificata l’identità della mittente, decidiamo di approfondire, ecco che cosa è emerso.
di BERNADETTA RANIERIC’era un tempo in cui i non vedenti erano destinati a stare tra le quattro mura domestiche o, quando era necessario raggiungere un luogo, essere accompagnati da qualcuno. Dunque, una “vita in coppia” che non lasciava molta libertà di espressione, di autonomia, di libertà e di intimità. Per fortuna i tempi son cambiati: i non vedenti possono svolgere una vita quasi del tutto alla pari di chi ha la possibilità di vedere grazie a una serie di dispositivi, di meccanismi, di rimozione delle barriere architettoniche che rendono possibile una maggiore autonomia personale e una più ampia inclusione sociale.
A volte, però, il legislatore va sensibilizzato a rimuovere ostacoli e discriminazioni nei confronti di queste persone. E’ il caso, giunto in redazione qualche giorno fa, di una cittadina della provincia di Rimini, non vedente e facente parte del Consiglio regionale dell’Unione Italiana Ciechi. Nella lettera pervenutaci, la signora lamenta la mancata realizzazione di strisce pedonali per l’attraversamento in corrispondenza di alcune fermate dell’autobus a Rimini. In realtà i comuni interessati dalla sua richiesta sono due: Montescudo e Rimini. Il primo dove la signora vive e l’altro in cui svolge la sua attività lavorativa.
M. non è mai sola, perché è sempre accompagnata dal suo inseparabile cane guida che indossa la pettorina rossa con la croce bianca a cui è collegata la maniglia di guida e che le presta gli occhi per permetterle gli spostamenti tra i labirinti delle vie cittadine così come nel difficile cammino verso la piena integrazione. Il suo cane, come tutti i cani guida, sono addestrati per riconoscere le strisce pedonali e se queste non ci sono l’attraversamento diventa impossibile e impraticabile. Per questo motivo, M. si è rivolta ai rispettivi comuni nel mese di novembre dello scorso anno formulando richiesta formale affinché si provvedesse a migliorare la sua autonomia nella mobilità cittadina con la collocazione di strisce pedonali in prossimità delle fermate dell’autobus di cui quotidianamente usufruisce per fare il tragitto casa-lavoro-casa.
Nel Comune di Montescudo la zona interessata è quella di Trarivi e in particolare le fermate dell’autobus in corrispondenza della Piazza degli Ulivi. Abbiamo interpellato il comune e i lavori verranno effettuati entro la prima quindicina di febbraio, situazione meteo permettendo. Per ciò che riguarda il Comune di Rimini, immaginate il brivido che si prova a passare da un marciapiede all’altro in Via Montescudo all’altezza della Motorizzazione Civile. E’ simile a un salto nel vuoto. E’ una via ad alta intensità di passaggio veicolare e per raggiungere la fermata dell’autobus lato monte bisogna sperare che la fortuna non si distragga proprio in quel momento. Per un non vedente la situazione è solo che peggiorativa. M. ci riferisce come nessuno del Comune di Rimini le abbia mai dato notizie in merito.
Siamo andati a bussare alle porte dell’ufficio Direzione Lavori Pubblici e Qualità Urbana e il funzionario Marco Tamagnini, al vertice della “riorganizzazione piano della sosta” ci ha illustrato tutto l’iter burocratico fatto fino ad oggi e ci ha rassicurato sul fatto che “i lavori per facilitare l’attraversamento in quella zona saranno effettuati non appena verrà istituita l’ordinanza di realizzazione (questione di giorni) e trasmessa ad Anthea. Finora – ci ha spiegato il funzionario – si è verificata la fattibilità tecnica dell’intervento, ottenuti i pareri favorevoli della Polizia Municipale e dei Capi Gruppo Consiliari, si è passati alla richiesta di parere da parte della Giunta Comunale. Parere che ha raggiunto l’esito positivo nella seduta del 27 gennaio 2015 e, pertanto, si stima che i lavori verranno effettuati entro il mese di aprile”. L’attraversamento sarà predisposto con un percorso tattile con sistema di codifica LOGES, vale a dire una pista che, per caratteristiche fisiche della sua superficie, in contrasto con la pavimentazione sulla quale è inserita, guida letteralmente il bastone e i piedi del disabile tra punti topici dello spazio pubblico. Questo sistema (il cui nome è acronimo della definizione Linea di Orientamento, Guida e Sicurezza) si basa su di una codifica di linguaggio riassumibile in rigature continue per i tratti di percorso lineare e rilievi a bolle per i punti di segnalazione del pericolo valicabile o assoluto.
Informata da entrambi i Comuni, M. ora si ritiene molto soddisfatta e attende la realizzazione dei lavori che, dunque, permetteranno a lei e al suo cane guida e a tutte quei pedoni che transitano in quella zona di non essere falciati dalle auto in corsa e di raggiungere con serenità le fermate dell’autobus. La questione rimane ancora aperta, però sostanzialmente definita. Rimaniamo in attesa per verificarne l’effettiva conclusione.