Grazie ai lavori di ricostruzione del teatro Galli, ai primi dello scorso agosto c’è stata una “straordinaria” scoperta archeologica: una basilica paleocristiana che verrà resa visitabile al pubblico. Oltre alla chiesa sono emerse le strutture settecentesche dei Forni cittadini, quelle di un quartiere medioevale, quindi complessi sepolcrali ed infine strutture d’epoca romana. Rinvenimenti importanti e inaspettati che hanno spinto la Soprintendenza archeologica e la direzione lavori del Comune di Rimini a procedere con un approfondimento delle indagini archeologiche raggiungendo quote di scavo sensibilmente inferiori a quelle previste originariamente dal progetto. Sotto riportiamo che cosa fu rinvenuto durante la costruzione del teatro, nel lontano 1843. A scriverlo allora fu Luigi Tonini, tra i massimi storici di Rimini. E’ sua la monumentale “Storia di Rimini”.
“Sensazionale scoperta archeologica. Un antico mosaico di Adriano imperatore rinvenuto nelle fondamenta del nuovo teatro comunale”. II 27 marzo ultimo scorso, nello scavare attorno al fabbricato dei Forni e dell’Annona che verrà demolito per far luogo alle fondamenta del Nuovo Teatro Comunale, fu scoperta una quantità straordinaria di cadaveri e si suppose l’esistenza in quel silo di un antico cimitero. Nessuno avrebbe pensato di trovare un vero e proprio tesoro di antichità. Giorni or sono, infatti, a circa due metri e mezzo dal piano stradale sempre sul medesimo cantiere, gli operai hanno rintracciato un bellissimo piano a mosaico dalla forma quadrilunga d’un buon metro pel lungo e largo. Quando fui avvertito, accorsi subito dalla civica Biblioteca e riconobbi che il mosaico potesse appartenere al tempio d’Ercole o di Castore e Polluce come si ha dalla tradizione di quel dintorno. Venne anche il cavaliere professor Luigi Poletti, architetto progettista della nuova fabbrica del Teatro, che giudicò quel mosaico pregevole opera del secondo secolo dell’era nostra ai tempi di Adriano Imperatore del Romano Impero. Con qualche cura ci si procurò di levare quel pezzo prima scoperto e di recuperare d’attorno altri relitti dell’antico pavimenti». Che questo mosaico potesse appartenere ad uno dei templi della supposta esistenza vien dedotto dalle antiche tradizioni che si leggono dalle poche memorie stampate rimaste e dalla vicinanza del luogo ove qualche anno addietro furono rinvenute due colonne di marmo granito che furono trasportate proprio poche settimane fa nel chiostro del già convento di San Francesco. E che lo stupendo mosaico conti sedici secoli, lo si deduce anche dall’arabescato lavoro di quei tempi e dalla profondità del piano ove giaceva. La nostra città non è nuova a queste scoperte d’antichità: altri mosaici appartenenti all’antica chiesa parrocchiale di San Vitale, ora ridotta a magazzeno posseduto dalla nobile famiglia Zavagli furono trovati anni or sono tanti altri ruderi di fabbriche antiche nella Piazza Grande e lungo la strada maestra, di cui s’è però persa traccia. Non appena saputo del ritrovamento del mosaico il sig. Gonfaloniere Luigi Pani ordinò che l’appaltatore desistesse dal proseguire il lavoro in quel luogo, ma questo personaggio, dominato dall’avidità, dopo tre giorni riprese i lavori. Il prezioso reperto è stato ieri trasportato a braccia da dieci uomini nel Palazzo Comunale ove verrà mostrato ai cittadini amanti delle arti e delle memorie antiche. (Luigi Tonini Rimini, 4 febbraio 1807 – Rimini, 1874, storico e bibliografo).