Una scuola che sa rinnovarsi la Scuola Media Emilio Filippini. In un momento storico in cui i valori umani sembrano vacillare, mentre l’orizzonte sociale appare sempre più mutevole, la Filippini si mostra sempre più attenta e aperta alle esigenze dei suoi ragazzi. In ballo è il futuro educativo oltre che didattico dei giovanissimi, per questo gli insegnanti della scuola media hanno condiviso una programmazione che si arricchisce di progetti volti a sensibilizzare alla cura della salute e della prevenzione, all’educazione alla legalità contro il bullismo e la corruzione, alla gioia genuina della tradizione con il concerto di Natale e la festa di fine anno, in un percorso di continuità che segue ed accompagna con cura il bambino dalla scuola dell’infanzia alla primaria, alla secondaria di primo grado, ed infine crea un ponte con le scuole superiori, attraverso un prezioso e trasversale progetto di Orientamento e di Specchio sulla propria identità.
“Una scuola con l’anima – dice la professoressa Simona Denicolò, vicepreside –. Noi insegnanti ci adoperiamo per realizzare una scuola in cui l’alunno si senta accolto e curato, in cui l’apprendimento si svolga non solo sui banchi, ma anche attraverso esperienze vive, sperimentando metodologie innovative che tengano conto delle risorse varie del territorio e attraverso il rapporto diretto con le Istituzioni” . La Scuola va incontro alle famiglie, grazie alla disponibilità della preside Filomena Liberti, che ha già conquistato tanti genitori con la sua umanità, l’attenzione premurosa verso il singolo alunno e la determinazione a fare della scuola Filippini un ambiente educativo di eccellenza.
Prof.ssa Liberti, quali sono gli obiettivi che si pongono con la vostra nuova dirigenza? “Il primo obiettivo è sicuramente quello di fare venire a scuola i bambini con serenità, in un ambiente che devono considerare la seconda casa e la seconda famiglia. Come dice Daniel Pennac, il periodo dell’adolescenza e della frequenza scolastica deve essere ricordato con gioia e non come un incubo da dimenticare. Il secondo obiettivo è non solo quello di formare alunni da un punto di vista culturale, ma anche di tendere ad una formazione completa della persona umana in grado di esercitare pienamente il suo diritto di cittadinanza. Forse può sembrare utopistico il mio pensiero in un mondo dove i valori e la passione per il lavoro vengono sempre più sostituiti dall’importanza della remunerazione economica. Tuttavia un dirigente deve avere una vision di lungo raggio, e avere una vision significa anche ‘saper sognare‘”.