I Carmina Burana interpretati dal Coro della Regina e dal coro di voci bianche Ics Olivieri di Pesaro. Appuntamento il 25 luglio alle ore 21,15 al teatro Snaporaz in Piazza Mercato di Cattolica. Numerosi gli interpreti solistici-vocali e strumentali: il soprano Reiko Higa,il baritono Guglielmo Ugolini e il noto contraltista, Angelo Bonazzoli, esperto nel suo ruolo nell’interpretazione dei Carmina Burana. L’orchestra è costituita: percussion,: Samuele Barilari, Gianni Gabellini, Francesco Vichi e Giusi Pagnini; al flauto Carla Perazzini, al clarinetto Elisa Cimini, alle trombe Nicola Micucci e Federico Rossi e al pianoforte Donatella Dorsi. Dirigerà il maestro Gilberto Del Chierico, dalla nota professionalità sia come direttore d’orchestra e dei cori, essendo fra l’altro allievo del maestro Gandolfi del Teatro La Scala di Milano.
La storia
I Carmina Burana costituiscono un corpus di testi poetici medievali dell’XI secolo e XII secolo, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis 4660
o Codex Buranus proveniente dal convento di Benediktbeiem, l’antica Bura Sancti Benedicti, fondata intorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tolz di Baviera. Il codice è custodito nella Bayeische Staatbiblithek di Monaco. Il termine carmina burana venne introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Tale codice comprende 228 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con 8 miniature. Sembra che tutte le liriche dovessero essere destinate al canto, ma gli ammanuensi di questo manoscritto non riportarono la musica di tutti i canti poetici, cosicché si può ricostruire l’andamento melodico solo per 47 di essi.
Il codice è suddiviso in Carmina moralia, Carmina veris et amoris, Carmina lusinum et potatorum, Carmina divina.
I testi hanno argomenti diversi ed esprimono la poliedricità della produzione goliardica. Da una parte gli inni bacchini e le parodie blasfeme della liturgia, dall’altra emerge un moralistico rifiuto della ricchezza e condanna della curia romana e non della religione cattolica.
La musica è fondamentale per comprendere i Carmina burana. Molti canti sono scritti in campo aperto, per cui se la melodia è riconducibile al canto gregoriano, il problema è quello armonico e ritmico.
Nel 1937, il compositore tedesco Carl Orff musicò alcuni brani dei Carmina burana, realizzando un’opera omonima
Paolo Montanari