– I ricavi di Ifi Industrie sono cresciuti del 26 per cento negli ultimi due anni; del 12 nel 2016 e del 14% l’anno precedente. Buone sensazioni quest’anno. Negli ultimi due, il balzo è stato importante all’estero che oggi vale quasi il 50 per cento, ma anche il mercato italiano ha risposto col segno positivo.
Come sono stati raggiunti tali risultati in un momento di incerta navigazione, almeno per il Made in Italy. Gianfranco Tonti, presidente di Ifi Industrie, nonché presidente degli industriali della provincia di Pesaro, argomenta: “I motivi che muovono l’azienda sono principalmente due. Il primo. Da sempre si conduce il lavoro nel segno dei valori, del rispetto delle persone e delle normative. Normative che non andiamo a discutere; è nostro dovere rispettarle. Inoltre, cerchiamo di costruire fiducia attorno a noi, che è un villaggio globale, in cui la tecnologia con il passaparola richiede pochi istanti”.
“L’altro elemento trainante – continua il cattolichino Tonti, una grande passione per la terra – è la forza innovativa, che impieghiamo in ogni settore. Nel design è una componente basilare, che va a coniugare l’interpretazione dei bisogni non comunicati dei professionisti e del consumatore finale. L’innovazione è nei prodotti ma anche nei processi: produzione, servizi, approvvigionamento. Insomma, in ogni settore dell’impresa”.
Questa vera e propria filosofia aziendale negli ultimi anni ha ricevuto riconoscimenti di livello assoluto, non solo dai mercati. Nel 2014, la vetrina gelato “Bellevue” è stata insignita dell’italico Compasso d’Oro, il Nobel della progettazione; a pensarla il designer francese Marc Sadler. Negli ultimi 30 giorni, altri due premi di prestigio dalla Germania: l’If Design (in concorso 5.550 prodotti da 58 nazioni) e il Red Dot. Nella giornata mondiale del design lo scorso 2 marzo, alla Farnesina (ministero degli Esteri), a rappresentare il Made in Italy anche la vetrina “Bellevue”.
Forse il pezzo forte dell’Ifi è la vetrina gelato “la Tonda”. Progettata 12 anni fa dall’italo-giapponese Makio Hasuike (ha studiato a Milano negli anni Sessanta) è diventato uno dei simboli dell’ingegno italiano. E’ stata imitata un po’ ovunque: Italia, Cina, India, Corea del Sud. Tonti: “E’ la nostra icona; quando gli amici la trovano in giro, scattano una foto e ce la spediscono. L’ultima è arrivta da Lourdes.
Forte di 350 addetti (l’ufficio ricerca e sviluppo vale il 10 per cento del personale), Ifi Industrie è leader europea nella produzione di banchi bar, vetrice gelato e pasticceria e sedute. Gianfranco Tonti la guida da decenni; quest’anno festeggia i 50 anni di lavoro in Ifi. Conosce l’azienda come le proprie tasche e saprebbe fare qualsiasi cosa. Potrebbe essere presa a modello dalle altre imprese che vogliono tentare di restare sui mercati mondiali: sempre più difficili, sempre più competitivi, sempre più enigmatici da decifrare.
Tonti: “Lo scenario internazionale potrebbe cambiare sulla spinta del presidente americano Trump, con il suo crescente protezionismo. D’ora in avanti gli imprenditori sono chiamati a gestire turbolenze continue. L’importante però che dentro l’impresa si cambi sempre. Ci si fa del male se si continua a fare come si faceva un tempo. Porto questo principio dentro l’azienda e dentro l’associazionismo di cui faccio parte. Questi sono gli anni più impegnativi e complicati della mia vita: però mi adatto volentieri. Sono dello stesso parere di Giorgio Squinzi, l’ex presidente di Confindustria, che diceva che la ripresa si ottiene soltanto attraverso le imprese. Sembra una banalità ma è proprio su questa banalità che ci si dovrebbe soffermare. Tutti. Vent’anni fa i nostri competitori erano altrove in Italia; ora bisogna confrontarsi con la Turchia, la Corea del Sud, la Polonia, la Tunisia, l’America. Il quadro mondiale non rassomiglia più a quello di pochi anni fa. Purtroppo, c’è stata una svolta alla quale molte realtà non sono riuscite ad adeguarsi e a dare risposte. Oggi, la mortalità delle imprese è elevatissima; cosa che crea l’impoverimento delle persone e dei territori. E questo è davvero un fatto grave”.
Ifi Industrie con i suoi marchi ha alzato bandiere in 80 nazioni; l’obiettivo è 100. Oltre che sui grandi progetti portati avanti con prestigiosi ed umili designer (Sadler e Hasuike sono dei capisaldi di prudenza), Ifi è attenta al dettaglio. Ad esempio, spinta dalla rigida normativa californiana, ha tolto il piombo dalla propria rubinetteria. Ai primi dello scorso anno, ha presentato al mercato una scatola-gelatiera, in grado di alloggiare due cilindri (9 chili di gelato) con un’autonomia di circa 6 ore. Ottima soluzione per party; ne sono stati vendute migliaia. Pochi mesi fa ha presentato un’isola sorbetteria ottima per i supermercati e grandi negozi di frutta. La materia prima troppo matura per essere venduta, potrebbe essere trasformata in sorbetto.
Fino ai primi anni del 2000, Ifi significava leader in Europa per i banchi bar. In quegli anni fa l’ingresso nelle vetrine gelato; 12 anni fa “la Tonda”. Oggi, il comparto gelato vale il 40 per cento dei ricavi.