di Franco Conti
Il riferimento va ad altre realtà territoriali della nostra penisola, con caratteristiche simili al territorio di cui stiamo trattando: il Salento per esempio o altre ancora, un’area che abbraccia all’incirca tre province: Brindisi, Taranto e Lecce, non tracciata o delineata da accordi né tantomeno compromessi politici ma etnograficamente contraddistinta da cultura, tradizioni e caratteristiche comuni. In quel caso ci si riferisce ad una popolazione legata da forti vincoli ancestrali. Da questo intendere comune ne discende un modo d’essere consolidato nel tempo, che fa rivivere e tramanda nel tempo un patrimonio culturale che investe tutte le manifestazioni del vivere insieme di quelle popolazioni. Partiamo da questa realtà o altre sparse sul nostro territorio nazionale, fortemente caratterizzate da radici che affondano nel tempo i propri valori comuni: similmente i 35 comuni Montefeltrani, distribuiti in un’area di circa duemila chilometri, appartenenti politicamente a due regioni e due provincie , che coprono il crinale appenninico situato tra le regioni di Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Umbria confinando a sud-nord-est con la Repubblica di San Marino, condividono una vita comunitaria caratterizzata da una storia basata su ideali e tradizioni condivisi risalenti agli albori del secondo millennio: si hanno tracce di Montefeltrano I, che governò il castello di Montecopiolo nel XII secolo, un unicum in Italia ed in Europa, turisticamente rilevante, particolarmente attrattivo con bellezze paesaggistiche ed itinerari storici fortemente caratterizzati da una serie notevole di rocche, castelli e fortilizi, dovute in massima parte al grande architetto Francesco di Giorgio Martini che lavorò su commissione di Federico da Montefeltro, senza mai dimenticare le eccellenze eno-gastronomiche tipiche di questo comprensorio: il Montefeltro, integrante e mai contrapposto al turismo della costa. Il Montefeltro appunto, si dovrà necessariamente considerarlo tutto insieme, indipendentemente dalla collocazione politico-territoriale di appartenenza dei singoli comuni. Essendo ognuno portatore di interessi comuni ad altri dello stesso comprensorio, si dovrà necessariamente trovare intese per valorizzare e condurre insieme questa ricchezza, per ulteriormente scoprire e divulgarne le sue peculiarità. Sarebbe un suicidio economico abbandonarsi ad argomentazioni campanilistiche e rivendicazioni territoriali col perdere di vista l’essenza stessa del problema: la valorizzazione di tutto il territorio e turisticamente far decollare il Montefeltro tutt’insieme, accreditandolo come culla del Rinascimento Italiano. Non interessano rivendicazioni territoriali o diatribe politiche, che lasciamo ad altri, quello che ci sta a cuore è l’affermazione di questo territorio, il farlo conoscere in tutte le sue potenzialità storiche, culturali, paesaggistiche ed il suo patrimonio enogastronomico. Necessitano progetti ed idee, che abbiano una visione che includano e non escludano tutti i comuni del territorio montefeltrano al di là della loro appartenenza amministrativa. Dobbiamo uscire dalla logica delle indicazioni stradali ,il massimo che si è riusciti a fare fino ad oggi.