“Santiago de Compostela e le quattro stagioni”. E’ il titolo di un imperdibile documentario in cartellone in piazza della Repubblica il 28 luglio, alle 21,30. Il docufilm racconta il viaggio a Santiago di Davide Ugolini. Ottocentoquaranta chilometri di pensieri con se stesso, i sorrisi e la gioia nei volti degli altri. Nella reciprocità. Questo si è riportato con sé Davide Ugolini insieme all’amico milanese Omar. Dal 17 al 24 marzo hanno fatto la Camminata per Santiago di Compostela. Un percorso fatto di borghi, ponti, paesini, chiese, castelli. E persone. Persone che arrivano da tutto il mondo. Partenza da Saint Jean Pied de Port (Pirenei francesi) ed arrivo sull’Atlantico al santuario di San Giacomo, uno dei discepoli più amati da Gesù.
Davide: “Mi sono meravigliato perché nella nostra settimana il 70 per cento abbiamo incontrato donne, quasi tutte in coppia. E la stragrande maggioranza con tratti asiatici”.
I due amici hanno alternato la bici e le gambe. Un giorno la meccanica (120-130 chilometri con le due ruote), quello dopo a piedi (50 chilometri). A cogliere sentimenti e la bellezza del viaggio due cameraman ed un fotografo. E’ loro intenzione costruirci un documentario e cercare di venderlo a qualche televisione nazionale.
Davide, che ha arato il mondo con le sue avventure in solitaria (Alaska, Grand Canyon, Deserto del Gobi, Alpi…): “Era un cammino di cui avevo sempre sentito parlare. Le sue storie mi avevano sempre affascinato. Mi sono detto: perché non farlo? Così insieme all’amico Omar e a tre amici che frequentano la sua palestra a Saronno, ci siamo organizzati. Abbiamo trovato una settimana di pioggia, nevischio, ma sensazioni quasi impossibili da rendere magiche con le parole. Va fatto, il viaggio. La cosa più bella sono le persone che incontri; quasi tutte a piedi e con una fraternità smarrita nelle relazioni di tutti i giorni. Su quelle strade ci si comporta in altro modo. I posti attraversati sono bellissimi; vampate di emozioni, ma sono le persone che ti restano incise nell’anima”.
“Forse da un punto di vista del paesaggio – continua Davide, il prossimo gennaio farà un’altra traversata nel deserto con tanto di cine-operatori – il fascino è quello degli ultimi 200 chilometri: borghi, chiese, ponti, pini marittimi. Scenografie che mutano passo dopo passo. Il segreto per farne parte è viverli e non attraversarli”.