Alessandro Pettinari
I quattro soci fondatori
La Fom (acronimo di Fonderie Officine Meccaniche) è leader nel mondo per la costruzione di macchine per la lavorazione dell’alluminio. Tecnologia all’avanguardia, è presente in tutto il mondo. Direttamente con otto filiali: Francia, Cina, India, Russia, Turchia, Spagna, Stati Uniti e Argentina. Con il programma di aprirne altre nei prossimi due anni.
Dice Alessandro Pettinari, direttore generale, figlio di uno dei fondatori Gianfranco: “Apriamo, in genere, quando è tutto giusto. Il fatturato deve essere tale da giustificare un investimento sul posto; essenziale è avere una persona locale di fiducia. Ogni filiale è strutturata su una superficie di circa 500 metri quadrati ed è composta da una mezza dozzina di persone: un responsabile, una paio di tecnici ed un paio di commerciali. Insomma, dal nostro punto di vista deve essere buono il mercato e lo devono essere anche le persone”.
Nelle restanti nazioni, quelle senza filiali, siamo presenti con dei concessionari. L’85 per cento dei ricavi arrivano dai difficili, difficilissimi, mercati esteri. Questo consente di attraversare le crisi della geografia del mondo mantenendo stabilità.
Ad esempio, nel periodo della crisi, 2010, tirava il Brasile, con quello europeo fermo. Oggi, trainano Spagna e Francia. I primi tre sbocchi commerciali della Fom sono: Francia, Spagna e Stati Uniti.
Il gruppo conta circa 500 dipendenti (320 direttamente la casa madre Fom); 50 dei quali, in Fom, sono tecnici che fanno ricerca e sviluppo. Negli ultimi 3 anni, ha assunto una cinquantina di persone; il gruppo circa 150. Il fatturato quest’anno veleggia attorno ai 140 milioni di euro; tre anni fa erano 110. L’azienda cattolichina è cresciuta sia per linee interne, sia per acquisizioni. Il colpo più importante lo ha messo a segno 4 anni fa; ha acquisito una importante partecipazione in un’azienda di Nonantola (Modena), leader nella costruzione di macchine per lavorare i profilati di pvc. Si chiama Graf Synergy ed ha dei brevetti eccellenti, che hanno rivoluzionato la lavorazione di tale comparto. Porte e finestre vengono soltanto saldate; mentre prima del loro brevetto c’era un passaggio in più: la fresatura, cioè la pulizia dell’angolo dopo la saldatura. Questo significa acquistare una macchina in meno e risparmiare tempo. Il risultato è che l’angolo di porte e finestre è perfetto.
Più indietro nel tempo altro acquisto importante è stata la ProfteQ di Padova. Nonostante la crisi, grazie alla tecnologia e la presenza sui tutti i mercati mondiale, la Fom dal 2014 cresce in modo costante: oscilla tra la cifra doppia ed il 5-6 per cento. A Cattolica il grande stabilimento è diventato piccolo. Presto dovrebbero partire i lavori per altri 10 mila metri quadrati di coperto. Tecnologia, innovazione e valigia in mano. Ogni mese, eccetto d’estate, la Fom è presente ad almeno un paio di fiere.
L’azienda viene fondata nel 1972 da due giovani amici di Riccione: Gianfranco Pettinari e Franco Sparaventi. Aprono a Cattolica in via Emilia Romagna, di fronte al ristorante “da Protti”. Fanno fonderia. La prima macchina è dell’anno successivo, 1973. Costruiscono un attrezzo in grado di fare fori ed asole per lavorare gli infissi in alluminio; un comparto che allora stava muovendo i primi passi. Alessandro Pettinari: “Allora non c’erano macchine in questo settore”. L’azienda aveva una divisione dei compiti semplice: Sparaventi si occupava della parte tecnica; Pettinari del commerciale.
Nel 1976, la Fom si trasferisce in uno stabilimento più grande a Misano Adriatico, a pochi passi dalla pista da go-kart. Resterà lì fino al 2002, anno in cui si va nel grande e bello stabilimento di Cattolica. Progettato dall’architetto Mario Battelli di Morciano, la monumentale facciata esterna è impreziosita da ulivi secolari; nella grande e bella hall c’è una fontana opera dello scultore Umberto Corsucci.
Negli anni ‘80, si allarga la compagine societaria. Entrano due nuovi soci: Nello Andreani e Lorenzo Paci.
Oggi, in azienda c’è la seconda generazione. Insieme ad Alessandro, le sorelle Barbara (ingegnere meccanico che si occupa di marketing industriale), Raffaella (marketing e comunicazione), Alice Andreani (marketing), Alessandro Paci (fornitori e logistica) e Alessandro Sparaventi ( produzione)
Gianfranco Pettinari, uno dei fondatori, al quale si devono molte delle fortune di FOM, nonostante i numerosi impegni ed interessi partecipa ancora alla vita dell’azienda ne segue da vicino la gestione con grande attenzione a partire dalla costruzione del prossimo ampliamento.
Alessandro, 50 anni, sposato, due figli (Matilde 18 anni e Giovanni, 15) ha seguito un percorso di apprendimento nel segno della Fom. Le superiori le ha fatte nella prestigiosa scuola tecnica di Fermo; all’ epoca una specie di università per adolescenti. Sulla base tecnica, ci ha innestato Scienze Politiche. Dice: “Quando frequentavo l’istituto tecnico preferivo più le materie umanistiche; devo però dire che con gli anni la base tecnica mi è servita e mi ci sono anche appassionato”.
Ecco la sua filosofia di fare impresa: “Una ricetta penso non esista. Un’azienda cresce se c’è un processo di dialogo e si riesce a delegare alle persone giuste. Si deve cercare di valorizzare chi ha talento. Chi lavora si deve sentire come a casa, con la voglia di dare il meglio di sé. Fondamentali le persone; altro elemento è l’aver chiara la strategia di prodotto e commerciale: da mettere in pratica in modo corretto. Essere immobili non va bene, ma neppure troppa euforia aiuta. Ci vogliono idee chiare da portare avanti con un passettino per volta”.
Dice Alessandro Pettinari, direttore generale, figlio di uno dei fondatori Gianfranco: “Apriamo, in genere, quando è tutto giusto. Il fatturato deve essere tale da giustificare un investimento sul posto; essenziale è avere una persona locale di fiducia. Ogni filiale è strutturata su una superficie di circa 500 metri quadrati ed è composta da una mezza dozzina di persone: un responsabile, una paio di tecnici ed un paio di commerciali. Insomma, dal nostro punto di vista deve essere buono il mercato e lo devono essere anche le persone”.
Nelle restanti nazioni, quelle senza filiali, siamo presenti con dei concessionari. L’85 per cento dei ricavi arrivano dai difficili, difficilissimi, mercati esteri. Questo consente di attraversare le crisi della geografia del mondo mantenendo stabilità.
Ad esempio, nel periodo della crisi, 2010, tirava il Brasile, con quello europeo fermo. Oggi, trainano Spagna e Francia. I primi tre sbocchi commerciali della Fom sono: Francia, Spagna e Stati Uniti.
Il gruppo conta circa 500 dipendenti (320 direttamente la casa madre Fom); 50 dei quali, in Fom, sono tecnici che fanno ricerca e sviluppo. Negli ultimi 3 anni, ha assunto una cinquantina di persone; il gruppo circa 150. Il fatturato quest’anno veleggia attorno ai 140 milioni di euro; tre anni fa erano 110. L’azienda cattolichina è cresciuta sia per linee interne, sia per acquisizioni. Il colpo più importante lo ha messo a segno 4 anni fa; ha acquisito una importante partecipazione in un’azienda di Nonantola (Modena), leader nella costruzione di macchine per lavorare i profilati di pvc. Si chiama Graf Synergy ed ha dei brevetti eccellenti, che hanno rivoluzionato la lavorazione di tale comparto. Porte e finestre vengono soltanto saldate; mentre prima del loro brevetto c’era un passaggio in più: la fresatura, cioè la pulizia dell’angolo dopo la saldatura. Questo significa acquistare una macchina in meno e risparmiare tempo. Il risultato è che l’angolo di porte e finestre è perfetto.
Più indietro nel tempo altro acquisto importante è stata la ProfteQ di Padova. Nonostante la crisi, grazie alla tecnologia e la presenza sui tutti i mercati mondiale, la Fom dal 2014 cresce in modo costante: oscilla tra la cifra doppia ed il 5-6 per cento. A Cattolica il grande stabilimento è diventato piccolo. Presto dovrebbero partire i lavori per altri 10 mila metri quadrati di coperto. Tecnologia, innovazione e valigia in mano. Ogni mese, eccetto d’estate, la Fom è presente ad almeno un paio di fiere.
L’azienda viene fondata nel 1972 da due giovani amici di Riccione: Gianfranco Pettinari e Franco Sparaventi. Aprono a Cattolica in via Emilia Romagna, di fronte al ristorante “da Protti”. Fanno fonderia. La prima macchina è dell’anno successivo, 1973. Costruiscono un attrezzo in grado di fare fori ed asole per lavorare gli infissi in alluminio; un comparto che allora stava muovendo i primi passi. Alessandro Pettinari: “Allora non c’erano macchine in questo settore”. L’azienda aveva una divisione dei compiti semplice: Sparaventi si occupava della parte tecnica; Pettinari del commerciale.
Nel 1976, la Fom si trasferisce in uno stabilimento più grande a Misano Adriatico, a pochi passi dalla pista da go-kart. Resterà lì fino al 2002, anno in cui si va nel grande e bello stabilimento di Cattolica. Progettato dall’architetto Mario Battelli di Morciano, la monumentale facciata esterna è impreziosita da ulivi secolari; nella grande e bella hall c’è una fontana opera dello scultore Umberto Corsucci.
Negli anni ‘80, si allarga la compagine societaria. Entrano due nuovi soci: Nello Andreani e Lorenzo Paci.
Oggi, in azienda c’è la seconda generazione. Insieme ad Alessandro, le sorelle Barbara (ingegnere meccanico che si occupa di marketing industriale), Raffaella (marketing e comunicazione), Alice Andreani (marketing), Alessandro Paci (fornitori e logistica) e Alessandro Sparaventi ( produzione)
Gianfranco Pettinari, uno dei fondatori, al quale si devono molte delle fortune di FOM, nonostante i numerosi impegni ed interessi partecipa ancora alla vita dell’azienda ne segue da vicino la gestione con grande attenzione a partire dalla costruzione del prossimo ampliamento.
Alessandro, 50 anni, sposato, due figli (Matilde 18 anni e Giovanni, 15) ha seguito un percorso di apprendimento nel segno della Fom. Le superiori le ha fatte nella prestigiosa scuola tecnica di Fermo; all’ epoca una specie di università per adolescenti. Sulla base tecnica, ci ha innestato Scienze Politiche. Dice: “Quando frequentavo l’istituto tecnico preferivo più le materie umanistiche; devo però dire che con gli anni la base tecnica mi è servita e mi ci sono anche appassionato”.
Ecco la sua filosofia di fare impresa: “Una ricetta penso non esista. Un’azienda cresce se c’è un processo di dialogo e si riesce a delegare alle persone giuste. Si deve cercare di valorizzare chi ha talento. Chi lavora si deve sentire come a casa, con la voglia di dare il meglio di sé. Fondamentali le persone; altro elemento è l’aver chiara la strategia di prodotto e commerciale: da mettere in pratica in modo corretto. Essere immobili non va bene, ma neppure troppa euforia aiuta. Ci vogliono idee chiare da portare avanti con un passettino per volta”.