di Luca Maria De Nardo
Un nuovo tempo: il passato ‘presente’
Un drago e la sua storia, uno strumento musicale ideato da Leonardo, la danza del ventre delle sirene del Nilo; e poi, sabbie luminose per raccontare antiche storie, i ritmi furiosi dei tamburi di Brisighella e le immancabili 100 botteghe artigiane da tutt’Italia. Questi ed altri gli ingredienti della 32° edizione del Palio de lo Daino di Mondaino, in scena dal 15 al 18 agosto prossimi.
Festa anche musicale
I 300 volontari della Pro Loco, guidati da Maurizio Galanti, direttore artistico, e dal presidente Fabrizio Ciotti, ripropongono tutti i classici delle precedenti edizioni (corteo storico, sbandieratori, compagnie d’arme, falconieri, danzatori e acrobati, ecc.) ma ve ne hanno aggiunti di nuovi.
Ricco e vario il menù, anche se sembra di poter scorgere, dalle anteprime annunciate dagli organizzatori lo scorso 6 agosto, un tema ricorrente, quello della musica.
Ciò che distingue le epoche passate da quella attuale è l’associazione della musica. Oggi se ne ascolta molta, tanta, forse troppa, grazie alla portabilità dei file digitali, ma è slegata dagli altri sensi: dalla danza, dai profumi, dagli aromi del cibo, dalle armonie dei corpi che ballano, dalle magie, dalle storie d’amore, d’armi e di cavalieri. La musica era ingrediente, non piatto unico, e proprio per questo il suo fascino evocativo era maggiore.
Il Palio, un caso ‘studio’
A Mondaino, insomma, ci si potrà accorgere anche di questo, ma pure d’altro: il Palio de lo Daino è un momento interessante anche per tutti coloro che si occupano di marketing, comunicazione, strategie di promozione del territorio, sostegno all’economia, innovazione turistica, di valorizzazione della cultura artistica e letteraria.
Come l’abito delle giullarine, piccole danzatrici acrobatiche simbolo dell’evento, anche il Palio nasce dalla ‘cucitura’ di tante energie, idee, spunti, abilità e passioni di una comunità, quella di Mondaino, che conta 1.400 abitanti: ben 300 sono ‘operai’ volontari che durante l’anno progettano e costruiscono la ‘macchina’ del Palio, autentica espressione di una comunità, oggi guidata da Massimo Giorgi, sindaco di Mondaino.
Evento no profit
L’evento non ha fini di lucro, non riempie le casse comunali anzi: è capitato, in passato, che il Comune sia intervenuto per completare il ‘pareggio’, perché lo scopo del Palio è raccontare una storia: più ogni racconto è bello, affascinante, coinvolgente, più tutte le parti economiche e sociali del territorio ne guadagnano.
Mondaino, il piccolo ‘mondo’
Il Comune, così, batte la crisi. Quale? Ma quella che attende da qui a 50 anni tutte le campagne, le colline e le montagne del mondo: si prevede che, superata la metà del secolo in corso, il 70% della popolazione mondiale abiterà in megalopoli. Ciò spopolerà le aree rurali, creando disastri ambientali: mancherà il presidio del territorio, i paesaggi costruiti dall’uomo in millenni non avranno più manutentori, la qualità della vita si abbasserà. Non a Mondaino che, pur nella sua piccolezza, mostra già una costante inversione di tendenza: residenti fissi dai quattro angoli d’Europa, italiani che scelgono di rimanere, italiani che scelgono di trasferirsi ma non per le vacanze, turisti extraeuropei che lo visitano anche d’inverno. Intanto, quest’anno agli organizzatori è arrivato inatteso un primato: il più alto contributo della Regione Emilia-Romagna dedicato al sostegno di manifestazioni storiche.