Secondo ed ultimo appuntamento con i Concerti di Belcanto, eventi molto attesi dal pubblico del Rossini Opera Festival. Il tenore Antonino Siragusa, che festeggia così il suo ventennale sodalizio con il ROF, si esibisce giovedì 22 agosto alle 16 al Teatro Rossini dopo aver terminato con successo le recite di Semiramide nel ruolo di Idreno. Lo accompagnerà al pianoforte Gianni Fabbrini.
Insieme presentano qui un programma che tocca Rossini solo tangenzialmente, con due arguti brani pianistici tratti dai Péchés de vieillesse (due Riens ovvero nullità, come le intitola l’autore minimizzando) e un’aria fra le più terribili dall’opera Ermione, che Siragusa cantò trionfalmente al ROF nel 2008.
Per il resto, Siragusa propone una carrellata dei suoi cavalli di battaglia operistici: c’è il Mozart di «Un’aura amorosa» (Così fan tutte); c’è la famigerata aria di Tonio da La Fille du régiment che gli permetterà di sfoggiare con sicurezza otto e più Do acuti; c’è lo slancio appassionato dell’invocazione che Roméo intona al sole (Roméo et Juliette); c’è infine la malinconia struggente di «Una furtiva lagrima» con cui l’umile Nemorino si ripiega sul proprio amore per Adina (L’elisir d’amore).
Nella seconda parte del concerto, Siragusa si concentra sulla elitaria romanza da salotto di fine Ottocento e sulla popolare canzone d’inizio Novecento che ne deriva.
Di Francesco Paolo Tosti udremo due brani fra i più famosi e raffinati insieme: Ideale e L’alba separa dalla luce l’ombra. Segue Musica proibita di Stanislao Gastaldon e la lirica …e vui durmiti ancora di Giovanni Formisano in lingua siciliana, messa in musica da Gaetano Emanuel Calì. E per concludere una delle canzoni più celebri a livello mondiale: Granada, canto d’amore per un’intera città intonato dal messicano Agustín Lara in un tripudio di sensualità e colore.