2 giugno 2019 – Dig (Documentari, inchieste, giornalismi) Festival, i premiati.
Di fronte a una platea di oltre 300 persone, a conclusione della terza giornata
del festival di giornalismo investigativo, sono stati consegnati sei riconoscimenti dalla giuria
presieduta da Naomi Klein. Alla quinta edizione (30 maggio – 2 giugno), ha contato
oltre 50 iniziative, tra concerti, talk e proiezioni pubbliche, attirando oltre 8mila persone.
Sul palco di fronte al Palazzo del Turismo, nel centralissimo piazzale Ceccarini, cuore della manifestazione,
Valerio Bassan, co-founder di DIG, insieme a Vanessa Villa, volto televisivo italiano, hanno assegnato sei
DIG Awards distribuiti per altrettante categorie in concorso in questa rassegna internazionale dedicata al
video giornalismo investigativo.
Ad assegnare i diversi premi, è stata una giuria composta da 14 tra giornalisti, scrittori e professionisti della
comunicazione, di otto Paesi. Presidente dell’edizione 2019 è stata Naomi Klein, scrittrice e giornalista
canadese conosciuta in tutto il mondo.
I vincitori
Categoria Investigative Long (inchieste video lunghe fino a 90 minuti)
Myanmar’s Killing Fields (Evan Williams Productions, Mongoose Pictures). Inchiesta condotta dal reporter
Evan Williams e dal regista Patrick Wells che hanno ricostruito nei dettagli l’escalation di violenza in
Birmania nei confronti della minoranza Rohingya facendo emergere pesantissimi interrogativi sui leader
birmani, compreso il premio Nobel Aung San Suu Kyi. Hanno ritirato il premio il reporter Evan Williams e il
regista Patrick Wells.
Categoria Investigative Medium (inchieste video della durata massima di 27 minuti)
How Steve Bannon’s Far-Right “Movement” Stalled in Europe (The Guardian). Inchiesta realizzata dal
giornalista del Guardian Paul Lewis che ha seguito i movimenti del capo stratega del presidente Donald
Trump per 7 mesi nel 2017, Steve Bannon a Bruxelles, Roma e Venezia, intervistandolo a proposito della sua
sovraesposizione mediatica e mettendo in dubbio la legalità del suo intervento.
Menzione nella categoria Investigative Medium: President’s Bodyguards Wealth (Novaya Gazeta).
Inchiesta realizzata da Roman Anin che per il periodico russo indipendete Novaya Gazeta (per il quale aveva
collaborato la giornalista Anna Politkovskaja, Ndr) che ha messo in luce l’accumulo di denaro da parte delle
guardie del corpo di Putin.
Categoria Reportage Long (reportage della durata massima di 90 minuti)
All Dictator’s Man (Memento). La giornalista investigativa Marjolaine Grappe firma la regia del documentario
della casa di produzione francese Memento, basato su anni e anni di inchieste, che svela chi ha finanziato la
corsa all’atomica della Corea del Nord e il dramma degli uomini del dittatore, chiamati a finanziare a ogni
costo il Paese per mantenere in vita il regime. Ha ritirato il premio Mathieu Cellard.
Categoria Reportage Medium (reportage della durata massima di 27 minuti)
Elalab – Zé wants to know why (Baga Baga Studios, Divergente). Elalab è il nome del villaggio della Guinnea-
Bissau i cui abitanti sono testimoni diretti del riscaldamento globale, del quale non hanno mai sentito parlare
ma i cui effetti sono da loro misurati nella quotidianità. Protagonista diretto del lavoro, realizzato dai due
giornalisti portoghesi Diogo Cardoso e Sofia Da Pala Rodrigues, è uno degli anziani del paese, Zé, nei ricordi
del quale si custodisce la memoria collettiva di un villaggio che si chiede che cosa stia succedendo
all’ambiente che li circonda e perché?
Menzione nella categoria Reportage Medium: Mexico: in search of lost migrants (Arte Geje, Nova Prod.) I
due giornalisti francesi Alex Gohari e Léo Mattei, firmano il lavoro dove protagonista è un ex immigrato
illegale messicano alla ricerca dei migranti scomparsi nel nulla mentre fuggivano dalla povertà per trovare
lavoro negli Stati Uniti. Una fuga dalla povertà del Messico verso gli Stati Uniti sul treno merci chiamato la
Bestia.
Categoria Short (lavori della durata massima di 12 minuti)
Anatomy of a killing (BBC). Il team di BBC Africa Eye ricostruire il luogo esatto del crimine, il periodo in cui è
avvenuto e persino l’identità dei responsabili di un delitto successo nell’Africa Nera, il tutto senza muoversi
da Londra, ma con l’uso di strumenti informatici open source e con le tecniche dell’analisi forense. Un lavoro
giornalistico che si svela come un’indagine all’avanguardia che ha lasciato di stucco il governo del Camerun.
Hanno ritirato il premio Tom Flannery e Chiara Francavilla.
Categoria Pitch (progetti di inchiesta/reportage video in sviluppo o pre-produzione, focalizzati su temi di
rilevanza internazionale)
Iraq without rivers (Silvia Boccardi, Sara Manisera, Arianna Pagani e Francesca Tosarelli). Inchiesta sui
cambiamenti climatici e l’impatto delle grandi dighe in costruzione in Turchia e in Iran mettono a rischio il
Tigri e l’Eufrate, nttentando così all’integrità delle paludi mesopotamiche, una delle più grandi zone umide al
mondo. Hanno ritirato il premio le autrici.
La giuria
La selezione di finalisti e vincitori è affidata a una giuria presieduta da Naomi Klein. Insieme a lei, i
documentaristi Avi Lewis e Kim Longinotto e un gruppo di giornalisti e professionisti della comunicazione
di otto Paesi: Claudine Blais (Société Radio-Canada), Alexandre Brachet (Upian), Jean-Philippe Ceppi
(Radio Télévision Suisse), Riccardo Chiattelli (laeffe), Nils Hanson (Sveriges Television), Marco Nassivera
(ARTE), Alberto Nerazzini (Dersu), Charlie Phillips (The Guardian), Juliana Ruhfus (Al Jazeera), Jeremy
Scahill (The Intercept), Andrea Scrosati (Freemantle).
La giuria degli studenti, DIG at school
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Attraverso incontri dedicati alle scuole superiori, DIG at school si prefigge l’obiettivo di instaurare un dialogo
con i giovani sui temi dell’informazione e sul mondo del giornalismo. Quest’anno, il progetto non si è limitato
a coinvolgere soltanto le scuole di Riccione e della provincia di Rimini, ma ha abbracciato anche la provincia
di Bologna; nello specifico, sono stati coinvolti il liceo San Pellegrino di Misano, il liceo Volta di Riccione, il
liceo Einstein di Rimini e le scuole Manzoni di Bologna, per un totale di oltre 800 studenti.
Gli studenti coinvolti hanno avuto la possibilità di confrontarsi, come giuria giovani, con il lavoro della giuria
internazionale dei DIG Awards, hanno visionato singolarmente sei film in inglese e insieme hanno deciso il
lavoro più meritevole: la speciale menzione della giuria giovani è andata a Myanmar’s Killing Fields.
I premi
Ai vincitori della sezione DIG Pitch è assegnato un contributo allo sviluppo pari a un massimo di 15.000 euro.
Ai vincitori delle altre sezioni saranno assegnati i seguenti premi in denaro:
Investigative Long, Investigative Medium, Reportage Long, Reportage Medium: 1.500 euro.