Quadro di Hayez (particolare)
Con i Musei di San Domenico di Forlì un itinerario alla scoperta dell’800 romagnolo. Partendo dalla mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”, appena inaugurata ai Musei di San Domenico di Forlì, in Romagna si può vivere un’esperienza originale alla scoperta dell’Ottocento e del Risorgimento – Il territorio romagnolo, scenario nel 1849 della cosiddetta “Trafila garibaldina”, è ricco di luoghi dove vive ancora lo spirito civico dell’Unità d’Italia e di testimonianze risorgimentali, oltre che patria di celebri artisti e letterati dell’Ottocento – Da Imola a Ferrara, da Ravenna a Modigliana, una quindicina di località sono protagoniste di un percorso diffuso dove ammirare dipinti, sculture, documenti storici dentro musei civici, pinacoteche e case museo che celebrano i grandi personaggi del Risorgimento romagnolo – Speciali pacchetti soggiorno con itinerari ad hoc realizzati da Cervia Turismo per gli albergatori di Confcommercio Cervia, per un’esperienza a 360 gradi tra arte, enogastronomia, artigianato e natura
Un’esperienza immersiva nell’arte, ma anche nelle testimonianze storiche, nel pensiero politico e nelle atmosfere ottocentesche del Risorgimento italiano.
È l’opportunità offerta dal percorso turistico che parte idealmente dalla Mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini” -appena inaugurata ai Musei di San Domenico di Forlì, che la ospiteranno fino al 16 giugno 2019- e invita alla scoperta delle tante espressioni artistiche e storiche dell’Ottocento e del periodo Risorgimentale, diffuse in tutta la Romagna e custodite tra la Riviera e il suo entroterra (http://risorgimento.regione.emilia-romagna.it/exec/portale).
Una quindicina le località protagoniste, con una ventina di tappe, tra monumenti, pinacoteche e case museo di personaggi che hanno contribuito, con il loro pensiero ed estro creativo, al clima che portò all’unificazione italiana, da Giovanni Pascoli a Vincenzo Monti, da Pietro Mascagni ad Alfredo Oriani. Un’occasione unica, anche per scoprire le eccellenze offerte dal territorio, grazie agli speciali pacchetti soggiorno all inclusive, messi a punto dalla Società di Promozione Cervia Turismo per gli albergatori di Confcommercio Cervia, e alla sinergia tra i territori. Questa iniziativa permette un’esperienza in Romagna a 360 gradi, che spazia dall’arte alla cultura, dall’artigianato artistico all’enogastronomia tipica, passando per il fascino del mare e le magiche atmosfere degli antichi borghi dell’entroterra.
Previste formule da 2 a 5 pernottamenti, con itinerari ad hoc, individuali e di gruppo, che offrono l’opportunità di scoprire nei musei dedicati quanto fu realizzato in Romagna durante il Risorgimento, nel periodo dall’Unità d’Italia alla Grande Guerra, ma anche, tra gli altri, i tesori del Museo Casa Pascoli a San Mauro Pascoli (Fc), le maioliche al Museo delle Ceramiche di Faenza (Ra), la storia della Civiltà del Sale cervese a Cervia (Ra), il Museo Tonino Guerra a Santarcangelo (Rn) e l’antica stamperia Pascucci di Gambettola, l’arte della cucina a Casa Artusi a Forlimpopoli (Fc), nonchè il nuovo Museo archeologico Classis a Classe (Ra).
Tra una visita e l’altra, si scoprono tutte le pecurialità di un territorio ricco di arte e bellezza, dove grazie alle distanze ridotte si può gustare un aperitivo vista mare, scoprire la cucina della tradizione in un’osteria o rilassarsi alle terme. Sull’esempio di Confcommercio Cervia, anche altri soggetti hanno predisposto pacchetti soggiorno dedicati, come Romagna Fulltime. Tutte le offerte sono veicolate anche dal sito regionale https://www.emiliaromagnawelcome.com/
«Turismo e territorio: è il mix di esperienze diverse, nella stessa vacanza -commenta l’Assessore Regionale al Turismo dell’Emilia Romagna Andrea Corsini- che oggi costituisce la motivazione di viaggio rendendolo desiderabile prima e memorabile poi. Questa mostra offre l’opportunità della scoperta culturale combinandola con percorsi paralleli attraverso testimonianze artistiche e storiche, luoghi del gusto, bellezze paesaggistiche e tipicità. L’insieme di questi elementi rendono la Destinazione Romagna,
a tutti gli effetti, un player nazionale e internazionale di indubbio valore e rilievo nello scenario travel contemporaneo».
«Con progetti come questo – dice Andrea Gnassi, presidente della Destinazione Romagna- superiamo sia i campanili che l’idea di una Romagna viva solo d’estate e solo in spiaggia: adesso un grande evento culturale in una città diventa l’occasione per far partire percorsi e prodotti turistici alla scoperta di tutta la Romagna e delle sue eccellenze. In questo caso poi avviene seguendo un filo rosso, il Risorgimento, che racconta anche l’identità di un popolo grazie alle case natale di tanti patrioti romagnoli. La Romagna è a tutti gli effetti e a pieno titolo una meta per chi cerca un viaggio nella storia e nella cultura, tra i percorsi romani, quelli rinascimentali che vanno, di castello in castello, dai Malatesta agli Este e ora anche quelli dedicati al Risorgimento».
«L’importante collaborazione con i Musei San Domenico di Forlì, in corso da 13 anni, conferma -sottolinea Piero Boni, Presidente Confcommercio Ascom Cervia- che la cultura è una componente fondamentale per elevare l’offerta turistica. Lo scorso anno, abbiamo raggiunto un grande traguardo dedicando speciali pacchetti turistici Mare e Mostra. Quest’anno un passo ulteriore: una nuova e importante collaborazione con “Museo e Parco Archeologico di Classe” e il direttore della Fondazione RavennAntica Sergio Fioravanti; un valore aggiunto che ci ha permesso di integrare i pacchetti promozionali alla scoperta del nostro territorio disseminato di cultura. In questo modo, nel 2019, i turisti potranno visitare la Romagna in momenti dell’anno slegati dalla stagione balneare e dal clima, imparando a conoscere la Romagna come contenitore di siti storici e artistici di rinomanza internazionale. Con un unico soggiorno sarà possibile unire Cervia ai poli culturali di Forlì e Ravenna e, in un unico soggiorno, scoprirne tutte le meraviglie».
Il Risorgimento in Romagna
Il territorio romagnolo è stato anche protagonista della cosiddetta “Trafila Garibaldina” -le due settimane di vicende che videro i patrioti ravennati e del basso ferrarese impegnati nel sottrarre Giuseppe Garibaldi all’inseguimento da parte degli Austriaci- di cui è ancora forte il ricordo e di cui esistono molteplici testimonianze. Si spazia dal primo monumento dedicato in Italia all’eroe dei “Due Mondi” in piazza Carlo Pisacane, a Cesenatico, al Capanno Garibaldi, nel ravennate, dove Garibaldi e Anita trovarono rifugio, passando per la Fattoria Guiccioli, sempre nel ravennate, dove Anita morì e fu sepolta.
In Romagna ogni città ha poi il suo Museo dedicato al Risorgimento. A Forlì il museo del Risorgimento ospitato nel settecentesco Palazzo Gaddi conserva i cimeli dei patrioti Piero Maroncelli, Achille Cantoni e Aurelio Saffi, mentre la Pinacoteca accoglie la Collezione Piancastelli, un tesoro unico nel suo genere, con 220.000 pezzi e 50.000 volumi dove sono descritti tutti i personaggi e i dettagli del Risorgimento romagnolo. I ritratti di Aurelio Saffi e di Cavour dipinti in maiolica da Angelo Marabini e un busto in terracotta raffigurante Giuseppe Mazzini realizzato da Domenico Baccarini, firmato e datato 1900, sono al Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea di Faenza. Anche a Ferrara il Museo del Risorgimento e della Resistenza custodisce documenti inediti, opere divulgative, manifesti e libelli clandestini, cimeli e documenti d’archivio, che attestano il contributo della città alle lotte condotte per l’indipendenza. Borgo d’arte e di cultura è Modigliana, protagonista delle vicende risorgimentali che nella Pinacoteca Comunale conserva i magnifici ritratti di Garibaldi e di Don Verità realizzati dall’abile pittore Silvestro Lega. Da vedere anche il Museo don Giovanni Verità, allestito nella casa ottocentesca del patriota che aiutò Garibaldi a scappare, dedicato in particolare alla resistenza partigiana.
Un altro percorso si snoda intorno alle opere del periodo ottocentesco: la splendida città di Ferrara ospita a Palazzo Massari il Museo Giovanni Boldini, dedicato al grande pittore della Belle Epoque; nell’ottocento nascono anche le Pinacoteche di Faenza, Cesena, Ravenna e Pieve di Cento, nel bolognese, con le loro prestigiose quadrerie.
Infine sono molteplici le Case museo, visitabili su prenotazione e aperte nei fine settimana, che raccontano i personaggi illustri di quel periodo, custodendone effetti personali e opere: a Forlì la Casa di Aurelio Saffi (che fu anche sede di riunioni carbonare), a Cesena Villa Silvia-Carducci (che conserva, perfettamente intatta, la camera da letto in cui soggiornò il poeta e scrittore) e La Casa Museo di Renato Serra (all’interno cimeli, arredi originali dell’epoca e opere di artisti cesenati, romagnoli e italiani tra i più significativi dell’Ottocento). E ancora, ad Alfonsine, nel ravennate, La Casa Museo di Vincenzo Monti (che custodisce numerose testimonianze biografiche del poeta, oltre ad un busto dello stesso Monti, opera dell’artista bolognese Cincinnato Baruzzi, allievo del Canova), a Bagnara di Romagna, il Museo Pietro Mascagni (con il più importante epistolario del Maestro: 4.600 lettere) e, a Casola Valsenio, La Casa Museo di Alfredo Oriani, mentre a Lugo sorge la Casa Museo Gioacchino Rossini. Spostandosi verso sud, ecco il Museo Casa Pascoli, a San Mauro Pascoli (Fc), con postazioni multimediali che consentono l’approfondimento della vita e della poetica di Giovanni Pascoli, e a Coriano il Museo Elisabetta Renzi.
La grande mostra al San Domenico di Forlì
Con la mostra “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini”, ai Musei di San Domenico fino al 16 giugno 2019, Forlì indaga, grazie ad una selezioni di 150 pregevoli opere realizzate da 90 artisti, il secolo più fertile, focalizzandosi sui sessant’anni che intercorrono tra l’Unità d’Italia e lo scoppio della Grande Guerra: dal Romanticismo al Purismo e Realismo, dall’Eclettismo storicista al Simbolismo, dal Neorinascimento al Divisionismo. La mostra presenta, nella loro più importante produzione, artisti come Hayez e Segantini, pittori del rinnovamento dell’arte italiana. Se Hayez viene consacrato da Mazzini pittore della nazione, Segantini avrà da D’Annunzio, nella sua Ode in morte del pittore, analogo alto riconoscimento. Accanto a loro Induno, Molmenti, Faruffini, Mussini, Maccari, Muzzioli, Morelli, Costa, Fattori, Signorini, Ciseri, Corcos, Michetti, Lojacono, Mancini, Previati, Morbelli, Nomellini, Tito, Sartorio, De Nittis, Pellizza da Volpedo, Boccioni, Balla. Non mancano gli scultori come Vela, Cecioni, Monteverde, Gemito, Canonica, Bistolfi. Una straordinaria occasione di far conoscere tanti altri artisti sorprendenti, oggi ingiustamente dimenticati (www.mostraottocento.com).
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