Lettera di Giovanni Angelelli
Caro sindaco Matteo Ricci,
l’ idea di arretrare la ferrovia adriatica da Pesaro a Termoli è sicuramente un’ipotesi molto interessante, ma quando si liberano ambiti litoranei di pregio è molto difficile per un sindaco evitare che gran parte dello sforzo realizzativo non si traduca, ancora una volta, nel riportare tutto all’uso indiscriminato dell’automobile e ad un utilizzo individualistico degli spazi di pregio della nostra fascia adriatica. E’ vero che l’idea di una pista ciclabile sul versante occidentale adriatico è di grande interesse collettivo, ma come si sposteranno i cittadini per raggiungere questa nuova infrastruttura interregionale? Con le automobili? Già quasi tutta l’utenza, proveniente dalle zone interne e non solo, raggiunge le spiagge utilizzando l’automobile, figuriamoci se la ferrovia passasse più a monte, in un territorio che non ha bisogno di un’alta velocità in quanto non ci sono grandi città, come nel versante Ovest d’Italia, ma di medi e piccoli centri urbani. La struttura ferroviaria dovrebbe garantire, come in parte ha sempre fatto, un servizio più capillare della costa e anche dell’interno (vedi la rimpianta Fano Urbino). La vecchia linea adriatica ha sempre svolto questa funzione di spostamento costiero lungo un sistema che ormai si connota come “Città lineare”. L’infrastruttura ferroviaria ha delle rigidità che talvolta mal si adattano ai centri urbani, ma per togliere queste strutture bisognerebbe sostituirle con metropolitane di superficie o sistemi di trasporto pubblico realmente efficenti che rendano il mezzo privato non più utile. La rinuncia, nelle nostre piccole città di provincia, ad una progettazione di un sistema di trasporto collettivo efficiente equivale a trasformare tutto in un anonimo parcheggio. L’autostrada, la vecchia statale, la ferrovia, la pista ciclabile ed i percorsi pedonali dovrebbero essere funzionalmente integrati con parcheggi scambiatori in aree non di pregio, piccole e medie fermate ferroviarie dove passare dalla bicicletta o dal percorso a piedi al treno, o al bus in modalità “dolce” cioè usufruibile da tutti anche per chi ha difficoltà motorie. Certo veder passare dentro le città treni merci e a lunga percorrenza costituisce un problema, ma nuove ipotesi sull’automazione dei veicoli nei percorsi autostradali, addirittura con ipotesi di elettrificazione di corsie percorribili nelle ore notturne, possono essere validi e futuri interventi di alleggerimento della vecchia struttura ferroviaria. Una struttura che potrebbe essere migliorata e velocizzata abbattendo tutte le barriere architettoniche d’accesso che la renderebbero più simile ad una metropolitana di superficie attenta alla sicurezza, ai valori ambientali e all’interscambio modale.