Famija Arciunesa, bella festa per i 40 anni, con Spazio Tondelli esaurito lo scorso 31 gennaio. Ha festeggiato il compleanno come in una grande famiglia, con semplicità, allegria e sorprese. Tra emozioni, ricordi, foto e proiezioni, racconti ed incursioni dialettali è stata ripercorsa la storia dell’associazione culturale con protagonisti di ieri e di oggi, l’attività svolta con oltre 500 mila euro offerti in beneficenza, più di 50 libri pubblicati, 170 numeri della rivista distribuiti gratuitamente per un totale di 2.680.000 copie.
Un’occasione per presentare il nuovo formato, veste grafica e logo del periodico Famija Aciunesa, voluti dal neo “Babbo”, nonché direttore, Francesco Cesarini, conduttore della serata. Nella gremitissima platea intere famiglie, nonché bagnini, albergatori, commercianti e alcune autorità, dal presidente della Provincia, Riziero Santi, al presidente del Consiglio di Riccione, Gabriele Galassi in rappresentanza dell’amministrazione comunale che ha concesso il patrocinio.
La serata, cominciata con la proiezione di una serie di immagini del 1980, anno di nascita di Famija Arciunesa, è proseguita con il ricordo dei veterani e fondatori dell’associazione a partire dai “Babbi” Alver Colombari e Giorgio Piccioni (già presidente di Riccione Terme) fino a Mario Faetani, Remo Rastelli, Bruno Cecchini. Poi gli storici direttori, da don Piegiorgio Terenzi, già direttore del settimanale Il Ponte con il quale, nel 1980 fu pubblicato il primo numero di Famija Arciunesa, fino a Luciano Sedioli, Marzio Cesarini, Carlo Andrea Barnabé, Giovanni Cioria e Francesco Cesarini.
Consegnate quattro targhe ai veterani Epimaco (Pico) Zangheri, storico fotografo che ieri ha compiuto novant’anni e che tuttora collabora con la Famija assieme al figlio Gianni, Edmo Vandi per gli articoli e le pagine dialettali pubblicati in questi decenni, Giuseppe Lo Magro per diciotto anni presidente e oltre dodici consigliere e segretario, e Nives Concolino, giornalista, che ha cominciato a scrivere sulla rivista fin da studentessa.
Durante la serata, intervallata dagli applauditissimi monologhi di Francesca Airaudo e Ferdinando Gabellini con testi di Francesco Gabellini, Roberto Casadei, nonché dalle “zirudele” di Edmo Vandi”, stralci del film-documentario, prodotto da Icaro Communication “Riccione, racconti di un mito” e foto storiche, si sono esibiti pure i ragazzi del Centro 21 con una performance di danza. Presente pure una rappresentanza del Campo Lavoro diocesano, che ha dato alcune anticipazioni dell’iniziativa, che coinvolgerà anche Riccione il 28 e il 29 marzo.
Presentato il nuovo direttivo formato da Antonio Battarra, Antonio Cianciosi, Federico Galli, Alessandra Prioli, Paolo Santovito, Roberto Terenziani, Valerio Tullio e Andrea Urbinati. Lanciata l’idea di dedicare ogni anno nell’ultimo fine settimana di ottobre una ricorrenza per ricordare e festeggiare Maria Boorman Ceccarini, benefattrice della città.