Confesercenti: “Spiaggia, no al servizio dagli esterni”. Continua: “Dopo le dichiarazioni dell’amministrazione riminese, la posizione di Confesercenti è chiara: no al servizio di somministrazione in spiaggia effettuato dagli esterni, il pranzo sotto l’ombrellone può essere servito solo da parte dei bar-ristoranti che si trovano sull’arenile”.
“Non possiamo accettare e respingiamo fortemente l’idea dell’amministrazione riminese di dare la possibilità di effettuare la somministrazione di pranzi e cene sotto l’ombrellone da parte di attività esterne alla spiaggia – dice il direttore provinciale Confesercenti, Mirco Pari -. La normativa prevede che non è consentita la somministrazione di alimenti e bevande sulla spiaggia se non da parte dei titolari di bar e ristoranti che si trovano sull’arenile. Non è inoltre consentita da parte di operatori esterni la vendita sul posto, ma solo a domicilio e la spiaggia non è. I ristoranti di spiaggia sono ampiamente in grado di fornire il servizio; quest’anno vista l‘emergenza e il correlato distanziamento sociale, si stanno attrezzando per potenziarlo ulteriormente, formando del personale dedicato, e attraverso una app per le prenotazioni. I ristoranti di spiaggia sono già molto penalizzati, infatti mentre ora l’asporto è possibile per tutti per loro ancora no”.
“L’attuale normativa è più che valida e non ha bisogno di essere modificata – aggiunge Marco Mauri, presidente del Consorzio Ristobar spiaggia Rimini, aderenti a Confesercenti -, la collaborazione tra bar-ristoranti e bagnini negli anni passati è partita con pochi elementi, ma eravamo in un presente che ora non c’è più, adesso sicuramente sarà adottata da tutti. La sinergia tra loro e indispensabile, funziona bene, è ha anche dei risvolti sanitari, si limita infatti la circolazione di dipendenti e dei di cibi. Un conto è se i piatti escono dal ristobar vicino, diverso è se arriva un delivery da chissà quale parte della città che poi deve girare tra centinaia di ombrelloni. È più semplice anche andare verso un’estensione degli orari di apertura, come è stato giustamente proposto, con ristorante e bagnino che possono trovare l’accordo per il servizio cena”.
“L’idea dell’amministrazione così come è stata presentata ci sembra improponibile – prosegue Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari Rimini -, se tutti i 700 ristoranti di Rimini potranno consegnare in spiaggia il bagnino dovrà diventare una sorta di vigile. La proposta fatta è irricevibile anche dal punto di vista del metodo, senza confrontarsi con le categorie interessate e senza scambio di opinioni. Ed è del tutto prematura: siamo in un momento in cui gli stabilimenti balneari non hanno nessun certezza, non sappiamo quando e se potremo lavorare, non sappiamo ancora nemmeno a che distanza potranno stare gli ombrelloni. Prima ci aspettiamo queste risposte, invece al momento pare che l’unica certezza è che tutti i ristoranti potranno servire sulla spiaggia. Una collaborazione tra bar-ristoranti sulla spiaggia e bagnini c’è già, e considerata la distanza sociale richiesta, saranno loro ad ampliare il servizio sotto l’ombrellone. È logico che lo faccia chi è più vicino, piuttosto che il ristorante che si trova sulla passeggiata o da un’latra parte ancora. Ci sembra una forzatura”.
“Non possiamo accettare e respingiamo fortemente l’idea dell’amministrazione riminese di dare la possibilità di effettuare la somministrazione di pranzi e cene sotto l’ombrellone da parte di attività esterne alla spiaggia – dice il direttore provinciale Confesercenti, Mirco Pari -. La normativa prevede che non è consentita la somministrazione di alimenti e bevande sulla spiaggia se non da parte dei titolari di bar e ristoranti che si trovano sull’arenile. Non è inoltre consentita da parte di operatori esterni la vendita sul posto, ma solo a domicilio e la spiaggia non è. I ristoranti di spiaggia sono ampiamente in grado di fornire il servizio; quest’anno vista l‘emergenza e il correlato distanziamento sociale, si stanno attrezzando per potenziarlo ulteriormente, formando del personale dedicato, e attraverso una app per le prenotazioni. I ristoranti di spiaggia sono già molto penalizzati, infatti mentre ora l’asporto è possibile per tutti per loro ancora no”.
“L’attuale normativa è più che valida e non ha bisogno di essere modificata – aggiunge Marco Mauri, presidente del Consorzio Ristobar spiaggia Rimini, aderenti a Confesercenti -, la collaborazione tra bar-ristoranti e bagnini negli anni passati è partita con pochi elementi, ma eravamo in un presente che ora non c’è più, adesso sicuramente sarà adottata da tutti. La sinergia tra loro e indispensabile, funziona bene, è ha anche dei risvolti sanitari, si limita infatti la circolazione di dipendenti e dei di cibi. Un conto è se i piatti escono dal ristobar vicino, diverso è se arriva un delivery da chissà quale parte della città che poi deve girare tra centinaia di ombrelloni. È più semplice anche andare verso un’estensione degli orari di apertura, come è stato giustamente proposto, con ristorante e bagnino che possono trovare l’accordo per il servizio cena”.
“L’idea dell’amministrazione così come è stata presentata ci sembra improponibile – prosegue Fabrizio Pagliarani, presidente del Consorzio operatori balneari Rimini -, se tutti i 700 ristoranti di Rimini potranno consegnare in spiaggia il bagnino dovrà diventare una sorta di vigile. La proposta fatta è irricevibile anche dal punto di vista del metodo, senza confrontarsi con le categorie interessate e senza scambio di opinioni. Ed è del tutto prematura: siamo in un momento in cui gli stabilimenti balneari non hanno nessun certezza, non sappiamo quando e se potremo lavorare, non sappiamo ancora nemmeno a che distanza potranno stare gli ombrelloni. Prima ci aspettiamo queste risposte, invece al momento pare che l’unica certezza è che tutti i ristoranti potranno servire sulla spiaggia. Una collaborazione tra bar-ristoranti sulla spiaggia e bagnini c’è già, e considerata la distanza sociale richiesta, saranno loro ad ampliare il servizio sotto l’ombrellone. È logico che lo faccia chi è più vicino, piuttosto che il ristorante che si trova sulla passeggiata o da un’latra parte ancora. Ci sembra una forzatura”.