Coronavirus, distribuite 4mila mascherine, consegnata da più di 40 volontari di 11 associazioni.
Le mascherine sono state distribuite in quattro giornate, frazione per frazione, dalle associazioni: Anspi Betania, Scuolinfesta, Pro Loco, Col Sorriso, Comitato Cittadino Frazione Pianventena, Chorus Marignanensis, Nuova Polisportiva A. Consolini Sez. Atletica, Arcieri della Spiga, Corpo Bandistico, Scout Agesci San Giovanni 1. Un sorriso, un saluto, uno scambio veloce è stata un’occasione per arrivare da tutti.
Afferma l’amministrazione: “Questa consegna è stata anche l’occasione per scambiare un saluto o gli auguri di Buona Pasqua e, soprattutto per le persone anziane, un modo davvero importante di farsi vicini. Ringraziamo tutti i volontari per la grande disponibilità e messa a servizio, ma soprattutto per il loro sorriso e buonumore che ci ha dato tantissimo. Suonare ai campanelli ed incontrarsi, seppure da lontano, sono state occasioni per i volontari e per i cittadini, di riscoprire il gusto del rapporto diretto e del dialogo, che in questi giorni é molto complicato. Sicuramente i volontari sono usciti da queste giornate felici, sia per aver in parte contribuito ad aiutare la Comunità che amano, che per aver raggiunto le persone. Questa emergenza ci chiede di ripensarci e ripensare il nostro modo di relazionarci e stiamo vedendo delle risposte davvero positive dal territorio. In questo momento così complesso e delicato va sicuramente riconosciuto il merito e l’onore di chi, senza esitazione, si fa trovare pronto nell’aiutare e sostenere gli altri. Conosciamo tantissime persone e realtà che si impegnano e ringraziamo ciascuno di loro.
Valutare ciò che si può fare, ma anche costruire, mettere in campo il meglio di sé, oggi come ieri, oggi più di ieri, è una scelta. Siamo felici che in tantissimi camminino con noi”.
I volontari a fine del servizio si sono subito messi a disposizione per ulteriori necessità con spirito di gratitudine. Tutti insieme ai ringraziamenti hanno risposto: “Grazie per averci permesso di dare una mano”.
Antonella dice: “Noi non conosciamo quali storie, quali lutti o quali rinunce appartengano alle persone, da quaranta giorni chiuse nelle tante case del borgo e delle periferie. So solo che abbiamo camminato, bussato, cercato di raggiungere civici inarrivabili pur di arrivare a tutti con un piccolo segno tangibile di solidarietà e di presenza sia delle istituzioni, sia di noi concittadini perché, alla fine, da questa cosa ci dobbiamo tirare fuori tutti uniti”.