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Home Economia

Sanità. Posti letto: perché in Italia costano il doppio della Germania?

Redazione di Redazione
4 Aprile 2020
in Economia
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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di Marino Bonizzato

di Marino Bonizzato

Tratto da lavoce.info
di Leonzio Rizzo (professore ordinario di Scienza delle Finanze a Ferrara)
e Riccardo Secomandi (dottorando in Economia e Management dell’Innovazione e della Sostenibilità presso le Università degli Studi di Ferrara e di Parma)
Non è vero che la spesa sanitaria in Italia è diminuita negli ultimi anni. È però vero che il numero dei posti letto è nettamente inferiore rispetto a Germania e Francia, perché il loro costo è molto più alto. Ecco i fattori che spiegano la differenza.
La spesa sanitaria dal 2000 al 2018
Nelle ultime settimane di emergenza per il Covid-19 è stato più volte ripetuto che il Servizio sanitario nazionale si trova in emergenza anche a causa di importanti tagli finanziari che avrebbe subito. I tagli avrebbero portato a una forte riduzione dei posti letto. Tuttavia, la figura 1, che utilizza i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, mostra come la spesa sanitaria reale (cioè al netto dell’inflazione) sia stata sempre in crescita dal 2000 al 2010, per poi stabilizzarsi dal 2010 al 2018. Dal 2000-2018, è aumentata in termini reali del 58 per cento.

Analizziamo qui una quota del totale: la spesa per servizi ospedalieri. Dalla definizione Cofog consiste in quella per ricoveri ordinari e day-hospital per acuti, lungodegenze e riabilitazione, incluse le spese per il trasporto dei pazienti. È ragionevole considerarla come una buona approssimazione del costo totale dei posti letto, che sono per l’appunto finalizzati all’assistenza terapeutica, riabilitativa e di malattie di lunga durata. Quindi, si può ricavare un indicatore molto grezzo del costo per posto letto dividendo la spesa ospedaliera così definita per il numero totale dei posti letto.
I dati Eurostat indicano che l’incremento al netto dell’inflazione della spesa ospedaliera dal 2001 al 2017 è stato di circa il 90 per cento, superiore rispetto alla crescita dell’aggregato della spesa sanitaria. Sembra un dato in linea con altre nazioni europee a noi simili, come Germania e Francia, che hanno registrato aumenti della spesa ospedaliera rispettivamente del 105 e del 106 per cento nello stesso periodo.
Un altro fenomeno comune a Italia, Germania e Francia sembra essere la riduzione dei posti letto. In particolare, dai dati Ocse sappiamo che in Germania nel periodo 2001-2017 si sono ridotti dell’11 per cento, in Francia del 24 per cento e in Italia del 31 per cento (figura 2).
Quindi, il costo per posto letto dal 2001 al 2017 nelle tre nazioni è aumentato sia perché è aumentata la spesa per il servizio ospedaliero, sia perché è diminuito il loro numero totale. È ragionevole pensare, come afferma la Corte dei conti, che l’aumento generalizzato dei costi per posto letto possa essere dovuto all’adozione di tecnologie e farmaci avanzati, e quindi più costosi rispetto al passato, così come alle politiche di de-ospedalizzazione.

Tre stati, tre costi diversi
In tutto il periodo considerato (figura 2), l’Italia ha comunque un numero di posti letto di molto inferiore a Germania e Francia. In particolare, nel 2017 per ogni 100 mila abitanti, il nostro paese ne ha 318, la Francia 598 e la Germania 800.
È anche vero che la spesa (depurata dall’inflazione) per servizi ospedalieri dell’Italia è nel periodo 2001-2017 sempre inferiore a quella di Francia e Germania (figura 3). Sempre nel 2017, in Italia la spesa è di 51 miliardi di euro, pari a circa la metà di quella tedesca (96 miliardi) e a due terzi di quella francese (83 miliardi).
Tuttavia, il divario di spesa non spiega la straordinaria differenza nel numero di posti letto che l’Italia ha rispetto a Francia e Germania. Infatti, se rapportiamo la spesa per servizi ospedalieri al numero di posti letto nel 2017 otteniamo un valore di 138 mila euro per la Germania, 200 mila euro per la Francia e 260 mila per l’Italia.
La differenza dell’Italia con Francia e Germania potrebbe essere il riflesso di differenti dotazioni di addetti per posto letto. Sempre analizzando i dati Ocse, nel 2017 la quota di personale ospedaliero per posto letto risulta essere 2,06 per la Germania, 3,28 per la Francia e 3,25 per l’Italia. Quindi, il divario di spesa tra Italia e Germania può in parte essere spiegato dal divario nel numero di addetti per posto letto (che è di 1,19). Mentre per la Francia, la differenza è necessariamente spiegata da un maggiore costo degli altri fattori impiegati (medicinali, macchinari, appalti esterni) nel servizio ospedaliero.
Dati questi numeri, se in Italia un posto letto costasse come in Germania, ovvero 138 mila euro all’anno invece di 260 mila, potremmo disporre quasi del doppio di quelli che abbiamo oggi (260/138=1,88). Se costasse come in Francia, l’incremento sarebbe pari al 30 per cento rispetto alla situazione attuale (260/200=1,3).
Perché c’è tanta differenza di costo in stati che dovrebbero essere molto simili in termini di tecnologie adottate?
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