di Gianfranco Vanzini
Come capita abbastanza spesso, l’Italia copie le cattive pratiche degli altri paesi quando questi, avendole esperimentate e visto i guai che comportano, le stanno dismettendo.
E il caso delle procedure troppo sbrigative e imprudenti per il cambio di sesso.
Il cambio di sesso è una cosa seria. Le persone soffrono veramente. I problemi che si trovano ad affrontare sono pesanti e andrebbero valutati e soppesati molto attentamente e prudentemente.
In Italia invece, il Tribunale di Lucca nei giorni scorsi ha autorizzato un ragazzo di16 anni (ancora minorenne) intenzionato a diventare una “ragazza” a cambiare nome e sesso sui documenti, anche se ancora il percorso di transizione non è stato completato. Purtroppo l’orientamento dominante è quello di assecondare anche le richieste più avventate. La decisione è stata motivata così, dai magistrati lucchesi “Il ricorso alla modificazione chirurgica dei caratteri sessuali risulta autorizzabile in funzione di garanzia del diritto alla salute, ossia laddove lo stesso sia volto a consentire alla persona di raggiungere uno stabile equilibrio psicofisico”.
Prima dell’autorizzazione del tribunale, il ragazzo è stato sottoposto a diverse perizie mediche per attestare la necessità del cambio di sesso, con il consenso dei genitori, essendo minorenne. Anzi, ironia della sorte, nel caso specifico, il ragazzino in questione, avrebbe la stessa età (16 anni) di Keira Bell, come ha ricordato anche il senatore Simone Pillon, commentando la sentenza. Keira è la ragazzina che, dopo una cura ormonale per mutare le sue sembianze da femminili a maschili, che le avrebbe causato gravi danni fisici, si è trasformata nella principale testimone del processo condotto dall’Alta Corte britannica contro la clinica Tavistock e il Portman NHS Foundation Trust.
Una causa che, occorre sottolineare, la giovane donna ha vinto pienamente. Anzi, durante e dopo il processo, rivolgendosi agli psicologi che all’epoca autorizzarono le cure, ora che di anni ne ha 23, ha affermato: “Non si possono prendere decisioni simili a 16 anni, e così in fretta, i ragazzi a quell’età devono essere ascoltati, e non immediatamente assecondati”.