Gianfranco Vanzini
Da corso Italia al porto, eliminare la ciclabile per una città amante della bicicletta…
Continuiamo la nostra analisi della pista ciclabile cattolichina.
Con la stessa operazione che ha portato alla eliminazione del doppio senso in via Del Prete si è eliminato anche il doppio senso sul Lungomare Rasi Spinelli. Inizialmente il senso unico di marcia consentito era da est a ovest cioè dal Porto verso il Kursaal; i disagi di questa iniziativa li abbiamo visti e subiti tutti, tant’è che, la nuova amministrazione (Sindaco Gennari) ha invertito la circolazione, adesso si va dal Kursaal verso il porto. I disagi però restano tutti.
Se per caso un automobilista dovendo andare in un albergo di via Carducci o di via Dante si infila in via Dr. Ferri o Cino Mancini finisce sul Lungomare e deve fare il “giro dell’oca” per cercare via Fiume o via Ferrara e finalmente via Carducci per colpa della pista ciclabile che, a questo punto è il caso di dire, a chi e a che cosa serve?
Teoricamente a proteggere i ciclisti dagli autoveicoli e rendere più veloce e sicuro il loro percorso, questo però complica molto la vita al resto delle persone che devono muoversi per lavoro o svago.
E allora usiamo un po’ di buon senso pratico. La velocità degli automezzi è già limitata ai 30 Km orari, installando uno o due “controllori di velocità” si è certi che questa velocità massima verrà rispettata; a questo punto bici, monopattini e autoveicoli possono tranquillamente convivere, rispettando TUTTI le regole del codice della strada. Il Lungomare è lungo circa 600 metri percorrerlo a 30 km orari o a 15 Km orari (è più o meno la velocità di un ciclista) comporta una eventuale perdita di tempo di circa un minuto (non mi sembra una perdita grave).
In questo modo il Lungomare diventerebbe, come era, una via di servizio e di promozione turistica, è il lungomare più panoramico della costa, potrà consentire a chi vuole andare a spiaggia di trovarla facilmente, di portare e lasciare tutte le persone che vogliono fermarsi, percorrerlo lentamente consente di godersi la vista del mare e servire tutte le iniziative e le attività ivi collocate.
Eliminando TUTTA LA PISTA CICLABILE da Corso Italia fino al Porto potremmo dire veramente che CATTOLICA è una città che AMA LA BICICLETTA E I CICLISTI. Quest’ultimi, rispettando le regole, possono andare dove vogliono e quando vogliono, senza percorsi obbligati e senza creare problemi al resto delle persone che devono muoversi per raggiungere le loro destinazioni.
La prossima volta tireremo le conclusioni, e parleremo anche il progetto in corso di realizzazione.
(Continua)