Silvio Di Giovanni
28 maggio 2021
di Silvio di Giovanni
Stavo studiando un’interessante figura di filosofa americana, nata a New York nel 1947, che si chiama Martha Nussbaum, che è stata allieva del filosofo classicista inglese Gwilyrn Elles Lane Owen, alla università di Harward (ove questo studioso di filosofia antica aveva assunto la cattedra Victor S. Thomas), quando dalla televisione ho appreso la battaglia che viene condotta da un nutrito gruppo di parlamentari italiani a firma: Boldrini, Speranza, Zan, ecc… (in totale 186 deputati), di animo progressista per fare approvare dal Senato un disegno di legge trasmesso il 5 novembre 2020 con il n. 2005 che riunisce cinque proposte di modifica di leggi, con i numeri 107, 569, 868, 2171, 2255 alla Camera dal 23 marzo 2018 … fino al 14 novembre 2019, ed approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020.
Questo disegno di legge che sta trovando ostacoli al Senato per la sua approvazione da parte dei Senatori benpensanti e conservatori, propone delle modifiche agli articoli 604/bis e 604/ter del nostro Codice Penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere in materia di contrasto alla omofobia e della transfobia, nonché per la istituzione di centri antiviolenza.
Apprendiamo dai dibattiti televisivi tra gli esponenti progressisti fautori del disegno di legge e quelli di centro destra, conservatori, i quali, furbescamente, anziché presentare degli emendamenti e/o modifiche, o correttivi, per migliorare eventualmente questo disegno di legge, inoltrano una loro legge in proposito, sicchè, con questo stratagemma, riescono ad insabbiare ciò che è stato presentato in Senato il 5 novembre 2020 dai progressisti, che è il lavoro di due anni.
Lo studio che stavo conducendo attorno alla filosofa Nussbaum, l’ho così completato usufruendo della traduzione in italiano con il titolo “La fragilità del bene” del suo volume del 1986: “The fragility of goodness: luck and ethies in Greek Tragedy and philosophy” (che è un volume da lei firmato con il nome dell’ex marito). In verità il suo cognome da nubile è Craven.
Ho inoltre appreso che negli anni ’80 – ’90 del novecento, all’università di Harward ha collaborato con l’economista indiano Amartya Kumar Sen, per lo sviluppo nel 1993 del “Capability Approach”.
Nel 1998 ha scritto: “Sex and social Justice” tradotto in italiano l’anno dopo in “Sesso e giustizia sociale” che è una delle sue pubblicazioni che fanno capo ai suoi dibattiti su temi sociali ed etici, poi nel 2000 con “Women and human development: the capabilities approach” ed ancora nel 2007 con “The clash within: democracy, religious, violence and India’s future”.
Lei insegna diritto ed etica alla Università di Chicago ma conduce anche dei corsi di scienza politica e di filosofia politica ed anche corsi con lezioni sui classici greci e latini.
La tradizione liberale del suo pensiero è sempre certamente presente nelle sue pubblicazioni e condotta di vita, ma lei insiste su un necessario ripensamento dei rapporti tra i sessi e per di più in maniera radicale anche all’interno della famiglia.
La sua profonda osservazione è sulla ancora ineguaglianza di libertà ed opportunità tra uomini e donne.
Ella indaga il comportamento delle persone al cospetto delle emozioni che possono risultare di fronte a normali scene di vita. Questo comportamento può risultare con reazioni prive di capacità di capire la personalità degli altri che hanno gusti diversi dai propri. Allo scopo si trova perfettamente d’accordo con la teoria neo-stoica delle emozioni.
Ad esempio lei si domanda quale sia l’attuale idea di libertà per il senso comune, della gente al tempo nostro, quando viene messa di fronte all’espressione d’amore tra due donne, oppure tra due uomini, con l’azione del bacio intenso e amoroso in pubblico, od ancor più di fronte all’atto d’amore sessuale tra due persone dello stesso sesso.
Lei nota che vi è ancora nel XX secolo del nostro occidente, in molti, un disgusto nei confronti della omossesualità, addirittura in alcuni, un’avversione viscerale, come il trovarsi di fronte al fastidio che si prova al cospetto dei rifiuti, dei corpi maleodoranti in putrefazione.
In verità, purtroppo erano veri e reali questi comportamenti nei secoli passati nei confronti degli individui omosessuali. La società dei bempensanti, la Chiesa (quando questa aveva in mano il potere) e certe dittature, su quel disgusto avevano fondato le discriminazioni giuridiche e sociali, con le carcerazioni e le deportazioni, le leggi antisodomia, i campi di sterminio nell’ultimo secolo.
Valgano ad esempio le due vite spezzate in conseguenza della superstizione ed il pregiudizio, che dettero luogo alla conseguente persecuzione nell’Inghilterra di un secolo fa o poco più, nei confronti di due personaggi come il poeta e scrittore Oscar Wilde ed il matematico-filosofo Alan Turing per la loro omosessualità.
Fortunatamente i tempi sono cambiati molto in questo nuovo secolo, ma quanto è ancora rimasto, sotto sotto, nell’animo di chi fa più fatica a scrollarsi di dosso quei dodici-tredici secoli di quel medioevo che abbiamo alle spalle?
Questa filosofa Martha Nussbaum, affronta il problema nel suo libro “Disgusto e Umanità” “L’orientamento sessuale di fronte alla legge”, presentando due alleati alla sua lotta, che sono: il rispetto e l’empatia.
Questi stanno lentamente facendosi strada nella vita sociale e giuridica, con una politica dell’umanità che viene costruendosi attorno al riconoscimento degli altri, che non sono esattamente come noi, ma che hanno uguali diritti, anche se con pelle di altro colore, o con orientamenti sessuali diversi dalla maggioranza.
Noi, in Italia, abbiamo fatto grandi passi in avanti nell’ultimo mezzo secolo, sia sul diritto delle donne, sia sul diritto di famiglia e sia nella mente delle persone verso i diversi e gli omosessuali, ma ancora c’è molto da fare.
Se vogliamo che la nostra Costituzione non rischi di rimanere un insieme di buone parole, non possiamo opporci di fronte alla necessità di modifica delle leggi che sono ancora in vigore e che così come sono non difendono la dignità di tutte le persone a prescindere dai loro costumi e dai loro orientamenti sessuali. Considerando che queste modifiche non arrecano alcun danno alle persone eterosessuali, mentre possono permettere di vivere più serenamente a chi ha questi orientamenti diversi, permettendo loro di sposarsi, di avere una famiglia come tutti gli altri, non è certo da assecondare l’azione al Senato contro l’approvazione di quel disegno di legge.
Silvio Di Giovanni